“I culti solari” del maestro ceramista monrealese Mario Lo Coco: una mostra personale a Santo Stefano di Camastra

Redazione

Cronaca - La mostra è visitabile fino al 29 luglio 2024

“I culti solari” del maestro ceramista monrealese Mario Lo Coco: una mostra personale a Santo Stefano di Camastra
Un viaggio quasi a ritroso nell'universo, con le sue sfere perfette ed imperfette allo stesso tempo

02 Luglio 2024 - 15:57

I culti solari. Che è un tema che racconta aspetti filosofici, ma anche di vita personale vissuta. Il ceramista monrealese Mario Lo Coco è il protagonista di una mostra allestita a Palazzo Trabia, presso il Mudis, il museo della ceramica, a Santo Stefano di Camastra in provincia di Messina dal titolo “Culti solari”. Pezzi unici realizzati dal maestro ceramista nella sua bottega di via Linea Ferrata che raccontano un po’ i pianeti, l’universo, l’esoterismo e la magia. E che rappresenta la cultura di Lo Coco, un pizzico di Platone, ma anche Escher, Magritte o Pomodoro. La mostra inaugurata lo scorso 29 giugno, è visitabile fino al prossimo 29 luglio 2024.

Quello di Lo Coco è un viaggio quasi a ritroso nell’universo, con le sue sfere perfette ed imperfette allo stesso tempo in una visione multiforme che poi viene lasciata al visitatore che si incanta tra forme che sembrano uguali e colori quasi ipnotici. Lo Coco è un’artista sui generis dal carattere molto riservato. È molto conosciuto all’estero dove praticamente espone con costanza i suoi pezzi. Un po’ meno nel nostro paese. A lui non piace né la mondanità, né l’essere sotto la luce dei riflettori. La sua bottega è il suo regno. Sta lì ore ed ore a creare pezzi unici ormai da decenni. Un diploma all’istituto d’arte sulla “progettazione del vetro” per il Mosaico di Monreale e una breve parentesi dedicata all’insegnamento. Poi decise di dedicarsi anima e corpo alla sua passione, l’arte. Che è diventata un vero e proprio lavoro. Espone, come detto, ormai con costanza le sue opere. Tra le sue collettive più significative, all’estero, in Francia, Lugano, Polonia, Bruxelles, Vilnius, Sidney. “Queste mie opere sono nate da un evento luttuoso – racconta l’artista – Dopo la morte di mio fratello ho un po’ voluto ancora di più avvicinarmi al mondo della filosofia, dal concetto di “Musica delle sfere” di Aristotele, passando per il concetto matematico di Pitagora. Uno studio che poi si è trasformato nelle sfere che si possono ammirare oggi”.

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