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Altofonte saluta la maestra Enza, in pensione dopo 46 anni. Una festa con gli alunni di due generazioni

Potrebbe essere un romanzo. O una di quelle serie televisive sul mondo della scuola che tanto hanno successo nelle tv nazionali. Enza Di Girolamo, per tutti è la maestra Enza. E ieri la comunità di Altofonte le ha organizzato una festa a sorpresa per il suo pensionamento. Dopo 46 anni di servizio. Senza sosta. La prima classe è datata 1978/79. Ieri, nel salone parrocchiale della chiesa Madre, c’erano davvero tutti: i suoi “vecchi” alunni e quelli nuovi. Che spesso sono i figli degli alunni che la maestra Enza ha “cresciuto” per due o più anni. Due generazioni insieme per salutare la loro maestra. Lacrime a fiumi nel corso dell’evento di ieri pomeriggio. Un lungo video in cui le colleghe hanno raccontato la maestra Enza. E una mini-mostra con le foto delle sue classi. Un lavoro lungo e difficile realizzato da alcune sue alunne che si sono organizzate per mesi con una chat di WhatsApp e con tanto impegno e dedizione.

Lei, la maestra Enza, ha preso posto tra i bambini della sua ultima classe. Scriccioli che vanno dai 3 ai 6 anni. Con in mano una rosa pronta da donare alla loro maestra del cuore. “Una maestra che tutti conoscono e che tutti hanno imparato ad amare – ha detto Giuseppe Russo, dirigente scolastico del comprensivo Armaforte di Altofonte, insieme alla vicepreside Valentina Randazzo – Io ho avuto il privilegio di lavorare con lei per 11 anni. E posso dire che è diventata un vero patrimonio dell’istituto. E non parlo solo come docente, ma anche e soprattutto come persona”. Lei, visibilmente emozionata, ha regalato sorrisi a tutti. Alle mamme e ai papà, suoi primi alunni, e ai loro figli, suoi ultimi alunni: “Perché ho scelto questo mestiere? – dice con voce tremolante per l’emozione – Per il mio amore nei confronti dei bambini e della scuola. Sono davvero tanto emozionata per questa festa che non mi aspettavo. Adesso si apre una nuova fase della mia vita. Penserò ai bambini, al lavoro e alle mie colleghe e mi mancheranno tantissimo. Com’è cambiata la scuola in questi oltre 40 anni di lavoro? In tante cose. Oggi è diventata troppo burocratica, con troppe carte da compilare. Una cosa che non è cambiata, sono i bambini. Loro non cambiano mai”.

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