Questa mattina, in occasione del 41esimo anniversario dell’eccidio, si sono tenute a Palermo e a Monreale, due cerimonia di commemorazione in onore del capitano Mario D’Aleo, dell’appuntato Giuseppe Bommarito e del carabiniere Pietro Morici, uccisi dalla mafia nel 1983.
In via Cristofaro Scobar a Palermo, teatro dell’assassinio, alla presenza del Generale di Divisione Giuseppe Spina, comandante della Legione Carabinieri Sicilia, di Massimo Mariani, prefetto di Palermo, di Matteo Frasca, presidente della Corte d’Appello di Palermo, di Lia Sava, procuratore generale, di Claudia Caramanna, procuratore della Repubblica presso il tribunale per i Minorenni, delle più alte autorità civili e militari e di una rappresentanza di carabinieri di ogni ordine e grado, sono stati resi gli onori ai caduti ed è stata deposta una corona d’alloro.
Successivamente, a Monreale in via Venero, all’esterno della caserma della Polizia Locale, all’epoca dei fatti sede della Compagnia carabinieri, accanto alla lapide che ricorda la strage, il Generale Spina e il Prefetto accompagnati dalla vedova dell’appuntato Bommarito, hanno scoperto un altorilievo realizzato e donato dal maestro ceramista Nicolò Giuliano raffigurante i caduti. Il prezioso manufatto, ai piedi del quale è stato deposto un cuscino di fiori, è stato benedetto da monsignor Gualtiero Isacchi, Arcivescovo di Monreale e dal cappellano militare don Salvatore Falzone. Alla cerimonia hanno partecipato gli studenti delle scuole primarie Francesca Morvillo e Guglielmo II di Monreale. Presenti anche il comandante del Gruppo carabinieri Monreale, il tenente colonnello Giulio Modesti, il capitano Niko Giacinto, il comandante della Stazione carabinieri Antonio La Rocca e l’associazione nazionale carabinieri in congedo.
Così il Generale Spina nel suo intervento: “Siamo qui per ricordare i nostri tre carabinieri trucidati nel 1983, tre eroi dell’Arma contemporanea che abbiamo il dovere di commemorare e soprattutto di celebrare il loro coraggio che gli ha consentito di affrontare a testa alta la vile mano mafiosa che li ha ammazzati. Il loro esempio sarà imperitura memoria per la presente e le future generazioni”.
“Oggi è una giornata che reca tristezza – ha detto il sindaco Arcidiacono -, ma è anche fonte di gioia perché i nostri tre eroi, perdendo il bene prezioso della vita, hanno dato un segno di speranza alle nuove generazioni. Ringrazio tutti e in particolare i ragazzi che portano avanti il ricordo della memoria per il bene comune”.
“La collocazione in questa sede urbana della mia opera – ha detto il maestro Giuliano – contribuisce a completare il ‘Percorso della memoria’ – che ho immaginato diversi anni fa, a partire dall’opera dedicata al capitano Emanuele Basile e donata alla città di Monreale e all’Arma dei Carabinieri. I volti dei tre militari sono stati incastonati sulla pietra lavica dell’Etna che per la sua resistenza potrà resistere nei secoli – ha spiegato Giuliano -. Il colore delle immagini de carabinieri è il verde Lampedusa, che rappresenta la speranza per le nuove generazioni. Alle loro spalle è raffigurato il crepuscolo”.
Intanto, presso l’archivio storico comunale da oggi sono state esposte le delibera di giunta municipale consiglio comunale approvate dall’amministrazione il giorno dell’eccidio, dalle quali si evince che per quell’evento luttuoso, che colpì la comunità monrealese, sono state proclamate tre giornate di lutto cittadino, in onore dei militari uccisi, e che prima dei funerali celebrati al Duomo di Monreale, venne allestita la camera ardente presso l’aula consiliare del Comune di Monreale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sandro Pertini.