Avrebbe utilizzato l’auto blu per fare la spesa e come taxi privato fra Palermo e Cefalù. Questa mattina è scattato il divieto di dimora nel comune di Cefalù per il deputato regionale Gianfranco Miccichè. Il gip del tribunale di Palermo lo ha sottoposto a misura cautelare nell’ambito dell’indagine per truffa aggravata ai danni dell’Assemblea regionale siciliana (Ars), peculato e false attestazioni in servizio. Con l’ex presidente dell’Ars, passato lo scorso anno dalle fila di Forza Italia al gruppo misto, è indagato anche il suo autista, Maurizio Messina, destinatario invece della misura cautelare dell’obbligo di dimora nei comuni di Monreale e Palermo.
I militari del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Palermo hanno eseguito questa mattina il provvedimento cautelare nei confronti di Miccichè e del suo autista. Contestualmente sono stati sequestrati in via preventiva 24mila euro, la somma contestata all’ex capo di Forza Italia in Sicilia, e considerata l’ammontare della truffa. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti Miccichè utilizzava l’auto blu, che aveva a disposizione come presidente dell’Ars, come un taxi privato, con cui trasportava amici, il suo gatto, generi alimentari e altri oggetti da Palermo alla sua casa sul mare a Cefalù. Fra i viaggi contestati dalla procura, guidata da Maurizio de Lucia, ci sono anche i trasferimenti dall’Ars a Villa Zito, non considerati istituzionali. A Villa Zito, noto ristorante nel cuore di Palermo, nel giugno del 2023 venne scoperto un giro di cessioni di cocaina fra i vip di Palermo. Fra gli acquirenti c’era Miccichè che andava a prendere la droga con l’auto blu.