PALERMO (ITALPRESS) – Un accordo che rappresenta non solo un omaggio a chi ha dato la propria vita per combattere la mafia, ma anche un’affermazione della presenza capillare della magistratura in difesa della società civile: l’Anm entra formalmente all’interno della Fondazione progetto legalità, che gestisce il Museo Falcone e Borsellino (chiamato anche Bunkerino) all’interno del Tribunale di Palermo. Tale legame viene stretto proprio a ridosso del 36esimo congresso nazionale dell’Associazione, che verrà inaugurato nel pomeriggio al Teatro Massimo.
L’ingresso dell’Anm nel Museo Falcone e Borsellino è stato formalizzato con un incontro al Bunkerino, cui hanno preso parte i vertici nazionali e locali dell’Associazione, il presidente della Fondazione Leonardo Agueci e Giovanni Paparcuri, storico ispiratore del Museo e operativo negli uffici insieme a Falcone già a metà anni ’80.
“Abbiamo accolto subito la proposta dell’Anm Palermo di contribuire fattivamente a tenere in vita il Bunkerino, simbolo di legalità e speranza nonchè centro dell’attività di due magistrati eccezionali come Falcone e Borsellino – racconta Giuseppe Santalucia, presidente nazionale dell’Associazione, – Il dovere della memoria serve a trasmettere questi due modelli a cui tutti dobbiamo credere, magistrati e non: attraverso queste figure dobbiamo ricordare ai cittadini cos’è stata e cos’è la magistratura, ovvero un presidio di legalità e di tutela dei diritti”. Gli fa eco il segretario generale dell’Anm Salvatore Casciaro, il quale sottolinea come “questo non è solo un luogo di memoria, ma un riferimento per tutti i magistrati al fine di rinnovare costantemente il proprio impegno sul piano emotivo e volitivo: la nostra Associazione vuole portare avanti con forza questa testimonianza”.
Giuseppe Tango, presidente dell’Anm Palermo, si sofferma sul ruolo assunto dal Bunkerino nella storia giudiziaria della città ma non solo: “Voglio ringraziare coloro che si sono sforzati per recuperare il luogo in cui Falcone e Borsellino sono stati collocati per motivi di sicurezza e riservatezza dopo l’attentato a Chinnici: prima d’allora le loro stanze erano al pianterreno del Palazzo di giustizia e come tali accessibili a tutti. Questo è un sito unico, perchè uniche sono le persone che hanno trascorso qui le loro giornate lavorative, magari intervallate da qualche scherzo fugace che Borsellino amava preparare nei confronti di Falcone: da qui è passata la storia giudiziaria e civile del nostro paese, per tanti magistrati il percorso vocazionale ha avuto nel Bunkerino un riferimento importante”.
Tango auspica che la memoria possa “diventare eredità: la nostra Associazione ha il dovere di raccoglierla e trasmetterla alla società civile e alle nuove generazioni. Con l’ingresso dell’Anm nazionale nella Fondazione progetto legalità quest’azione si potrà svolgere in modo ancora più efficace”.
Agueci, che il Bunkerino lo conosce a menadito, racconta cosa sia stato questo luogo prima e dopo le stragi del 1992: “Qui si respira l’aria di voler portare avanti l’eredità dei nostri colleghi: ho avuto il privilegio di stare qui quando ancora vi lavoravano Falcone e Borsellino, al tempo lavoravo a Roma ma avevo contatti con Falcone per motivi di carattere associativo e venendo qui percepivo una profonda coesione. Sono poi tornato nel 1993, dopo le stragi e dopo che mi ero trasferito per lavoro a Palermo, e si respirava un’aria completamente diversa: la magistratura palermitana era in grande fermento per l’ampio numero di collaboratori di giustizia. Al tempo non esistevano le banche dati e avevamo i primi archivi informatici, leggere gli atti processuali era emozionante perchè avvertivo un senso di continuità con quanto era stato fatto gli anni precedenti”.
– foto xd8 Italpress –
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