Corone di fiori sono state deposte in via Li Muli, a Palermo, in ricordo di Pio La Torre e del collaboratore Rosario Di Salvo, in occasione del 42esimo anniversario della loro uccisione per mano della mafia. Erano presenti il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, il prefetto Massimo Mariani, il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla e il segretario del Pd in Sicilia Anthony Barbagallo. Ieri lo svelamento del murale dedicato al leader politico e sindacale che campeggia sulla facciata dell’Iti “Vittorio Emanuele” di Palermo.
“Rivolgo alla memoria di Pio La Torre il senso di profonda gratitudine di tutta la comunità siciliana per il suo impegno politico e legislativo nella lotta contro la mafia – dice il presidente della Regione siciliana Renato Schifani – Un lascito straordinario che ha rappresentato una svolta nel contrasto alle cosche. La legge che porta il suo nome e quello di Rognoni ha consentito di codificare il reato di associazione mafiosa e colpire Cosa nostra nella sua parte più sensibile, quella del patrimonio. Una strategia che si è rivelata fondamentale e che, da presidente del Senato, ho personalmente voluto portare avanti inasprendo le norme sui sequestri. Un modo concreto per rendere sempre viva in tutti noi l’eredità ideale di un uomo e un grande siciliano come Pio La Torre”.
“A 42 anni dalla strage di stampo mafioso, Palermo ricorda l’onorevole Pio La Torre e Rosario Di Salvo. Una memoria che resterà indelebile perché l’eredità di Pio La Torre sarà per sempre impossibile da cancellare. La sua lungimiranza e la conoscenza del fenomeno mafioso hanno permesso di tradurre in legge quelli che ancora oggi rappresentano capisaldi della lotta alla criminalità organizzata: il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni ai boss. Il suo esempio deve rappresentare un faro per tutti coloro che decidono di dedicare il proprio impegno all’interno delle istituzioni pubbliche”. Così il sindaco Roberto Lagalla.”Oggi più che mai l’insegnamento di La Torre è attuale. È stato l’autore di una delle più importanti leggi che sono servite a combattere e battere la mafia, perché non solo ha riconosciuto la mafia come reato, fino a quel momento non c’era il reato di associazione mafiosa, ma ha anche introdotto lo strumento di confisca dei patrimoni. Mettere le mani da parte dello Stato nelle tasche dei mafiosi ha costituito la minaccia più grave per le organizzazioni mafiose. Oggi abbiamo la necessità di riconoscere come la mafia è cambiata per affinare nuovi strumenti per combatterla”. Così il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, parlando a margine della cerimonia.
“Sono trascorsi 42 anni dalla morte di Pio La Torre e dell’autista Rosario Di Salvo. Il modo migliore per onorare la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per combattere la criminalità organizzata è l’impegno quotidiano con trasparenza e rispetto della legalità. Lo Stato ha messo a segno importanti risultati nella lotta repressiva contro i boss di Cosa Nostra, ma mai abbassare la guardia perché la mafia è sempre pronta a riorganizzare le fila e a imporre le sue logiche violente e di sopraffazione. Il coraggio di uomini come La Torre e Di Salvo sono un esempio e un monito per le nuove generazioni”. È il ricordo espresso dal deputato regionale Marco Intravaia, componente della Commissione Regionale Antimafia.
“Credo che l’aspetto che bisogna valorizzare oggi è il pensiero di Pio La Torre: dalle lotte a sostegno agli ultimi alle lotte alle diseguaglianze. Le diseguaglianze allora riguardavano l’impegno per le lotte contadine e degli operai, oggi invece sono le diseguaglianze tra il Nord e il Sud del paese, in un Sud meno che mai infrastrutturato”, ha detto il segretario regionale del Pd Barbagallo. “Oggi come allora – ha aggiunto – si parla di mancanza di lavoro, anche nero e sottopagato. All’epoca di Pio La Torre si parlava di lavoro nei campi e nella miniera, in Sicilia oggi invece continuano a mancare gli ispettori del lavoro”, ha concluso Barbagallo.