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Strage Altavilla, la figlia 17enne confessa coinvolgimento nel triplice omicidio: “Demoni dovevano essere scacciati”

Un racconto spontaneo per rivelare il suo “pieno coinvolgimento” nella strage di Altavilla Milicia. A renderlo è stata la figlia 17enne di Giovanni Barreca che il 14 febbraio si è presentata davanti alla procuratrice Claudia Caramanna per raccontare il suo ruolo nel triplice omicidio della madre, Antonella Salamone, e dei due fratelli, Kevin e Emanuel, di 16 e 5 anni.

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La ragazza, interrogata in presenza del suo avvocato, ha fornito un “resoconto agghiacciante, anche rispetto al suo contributo personale“, di quanto avvenuto nella casa. La ragazza, spiega una nota della procura, ha raccontato delle “torture subite dalla madre e dei fratelli, delle loro atroci sofferenze e dell’agonia fino alla morte”. Ha anche raccontato del modo in cui è stato dato fuoco al corpo della madre e di come hanno sepolto i resti. La figlia di Barreca è indagata per concorso in omicidio e occultamento di cadavere.

La 17enne ha raccontato agli inquirenti che presso la sua abitazione – ad Altavilla Milicia, nel Palermitano, dove si è consumata la strage – vi erano, già da anni, dei “demoni”, ritenuti “responsabili di alcuni accadimenti relativi a componenti della sua famiglia” e “della necessità di scacciarli” sia dalla madre che dal fratello piccolo, “particolarmente legato alla genitrice e quindi abitato dalle stesse figure demoniache”. È quanto si legge nella nota della Procura presso il Tribunale dei minorenni di Palermo. Per il pluriomicidio sono in carcere il padre e una coppia di palermitani, Sabrina Fina e Massimo Carandente.

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