Sorriso d’altri tempi e idee chiare sul suo nuovo incarico a Monreale. Ci accoglie così il capitano e comandante della compagnia carabinieri di Monreale Niko Giaquinto. Che ormai ha staccato i suoi primi cento giorni di lavoro nella cittadina normanna dopo essere stato a lungo a Roma. Con Giaquinto tracciamo un bilancio di questo primissimo lavoro fatto, parliamo di cronaca, partendo ovviamente dalla morte del boss Matteo Messina Denaro e dei nuovi assetti mafiosi che si stanno delineando. E poi parliamo anche dell’importanza delle “lezioni” frontali che ormai l’Arma fa periodicamente all’interno delle scuole. IL TESTO CONTINUA DOPO IL VIDEO
“Monreale è storicamente un territorio che è stato caratterizzato da fatti importanti che hanno segnato noi stessi carabinieri – dice Giaquinto – ma è anche molto stimolante per il nostro lavoro”. Giaquinto racconta di aver trovato subito una buona accoglienza e che tutti si sono messi subito a disposizione del nuovo comandante: “Abbiamo tanto lavoro da fare – dice – E’ vero che l’arresto di Matteo Messina Denaro ha segnato una sorta di spartiacque tra ciò che aveva fatto l’Arma prima e ciò che deve fare. Ma non dobbiamo mai abbassare la guardia e sentirci appagati dai risultati raggiunti”. La cultura della legalità, allora, diventa fondamentale, “perché investire sui giovani di oggi è investire su quella che potrtebbe essere la classe dirigente di domani”, spiega il capitano che ricorda con passione i suoi primi giorni alla scuola militare Nunziatella di Napoli: “E’ lì che è iniziato tutto – dice avevo 15 anni e mi sono sentito subirto a casa e ho capito che era quella la strada giusta da percorrere”. Ora gli obiettivi futuri: “Sicuramente continuare con il lavoro iniziato dai miei predecessori – conclude Giaquinto – e la vicinanza costante ai cittadini, intendo di tutto il comprensorio della nostra giurisdizione. Devono sempre sentirsi protetti e soprattutto non dobbiamo mai lasciarli soli nei momenti di difficoltà”.