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L’influenza stagionale 2023 è partita più lentamente: picco previsto per le festività natalizie

L’influenza stagionale è interessata quest’anno da un andamento più lento rispetto a quello del 2022. Le ragioni, secondo gli esperti, sono da ricercare nelle temperature alte che, fino alle ultime settimane del mese di ottobre, hanno imperversato nel Paese.

Ciò non vuol dire, però, che non si possa parlare di un’intensificazione della curva. Il picco, come sottolineato in diverse interviste dal virologo dell’Università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, è comunque previsto ma in concomitanza con le festività natalizie, momento dell’anno che, da sempre, si contraddistingue per una maggior frequenza di contatti fisici (alla luce di ciò, è opportuno rifornire già ora l’armadietto dei medicinali con farmaci per l’influenza di stagione, sfruttando magari la comodità dell’acquisto online di quelli da banco su portali autorizzati come Farma27).

Metro di paragone per capire come potrebbero andare le cose in Italia è l’Australia dove, mentre stiamo scrivendo queste righe, la stagione influenzale si avvia verso la conclusione.

Nel continente, il virus che ha circolato maggiormente è stato quello dell’influenza A, in particolare i suoi ceppi H3 e H1.

Cruciale è ricordare sempre l’efficacia del vaccino, fondamentale in particolare per chi appartiene alle categorie più fragili ed esposte.

Nell’elenco è possibile includere, oltre agli anziani, ai lavoratori del comparto sanitario e alle donne in gravidanza, anche i malati cronici. Nel caso dei diabetici, per esempio, l’influenza stagionale implica un rischio 1,7 volte più alto di avere a che fare con complicanze che portano al ricovero.

Un altro aspetto essenziale da sottolineare riguarda il fatto che, in questo periodo, non c’è solo l’influenza stagionale a cui fare attenzione. Si parla, infatti, anche di circa 80mila casi a settimana di sindromi parainfluenzali, che si manifestano con criticità come i crampi allo stomaco, l’inappetenza e i dolori addominali.

Una peculiarità che differenzia le sindromi parainfluenzali dall’influenza stagionale vera riguarda la durata dei sintomi, che si concentra in pochi giorni. Nonostante ciò, in alcuni casi è opportuno aspettarsi dei piccoli strascichi anche dopo la guarigione.

Un’ulteriore problematica sulla quale i virologi stanno portando l’attenzione riguarda la possibile compresenza tra l’influenza e il Covid. Dato che i sintomi possono essere facilmente confusi, il consiglio che viene dato è quello di cercare una conferma definitiva tramite il tampone, la cui esecuzione è raccomandata in particolar modo ai fragili e agli anziani.

Oltre al vaccino, il cui obiettivo di copertura, secondo il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale, va da un minimo pari al 75% dei soggetti inclusi nei gruppi a rischio a un massimo del 95, valgono le raccomandazioni di prevenzione che vengono chiamate in causa ogni anno.

Bisogna lavarsi le mani il più possibile, passandole insaponate sotto il getto d’acqua per non meno di 40 secondi, cercare di tossire e starnutire nel gomito evitando il contatto con i palmi. In alternativa, ci si può coprire con un fazzoletto, che va buttato subito via.

Qualora dovessero insorgere i sintomi, è essenziale isolarsi e, se si condivide il bagno con altre persone, utilizzare asciugamani personali. Al di là della sintomatologia, durante la stagione influenzale è sempre consigliabile arieggiare gli ambienti chiusi.

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