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Sicilia, la Corte dei Conti sospende il giudizio di parifica. Schifani “Incomprensibile”

PALERMO (ITALPRESS) – I giudici della sezione di controllo della Corte dei Conti hanno sospeso il giudizio di parifica del rendiconto della Regione Siciliana per il 2021. No alla parifica dello stato patrimoniale e del conto economico, ma soprattutto la richiesta di sollevare la questione di illegittimità costituzionale con riguardo al ripiano del disavanzo e, di conseguenza, sospendere il giudizio o in subordine sospendere il giudizio in attesa della pronuncia della Corte costituzionale sulla questione di legittimità costituzionale sollevata nel decorso giudizio di parificazione per l’esercizio 2020. Nette le parole del governatore Renato Schifani che, in adunanza, nella sua “arringa” con tono e piglio deciso, e spesso parlando a braccio con decisa autorevolezza, ha voluto sottolineare che “la richiesta del procuratore generale appare del tutto infondata e incoerente con il quadro normativo”.
“Non intendo in questa sede – afferma – entrare nel merito in ordine la questione di costituzionalità della citata norma di attuazione, attualmente al vaglio della Corte Costituzionale, rammentando tuttavia che la commissione paritetica prevista dallo statuto regionale ha già deliberato di abrogarla. Inoltre, l’Ufficio Legislativo Finanze e l’Ufficio Legislativo Economia del Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno già reso i rispettivi favorevoli pareri sul disegno di legge di abrogazione proposto dalla commissione paritetica, già inviati a codesta Corte dei Conti, e pertanto questo sarà a breve oggetto di approvazione da parte del Consiglio dei Ministri”. “La prossima abrogazione dell’articolo 7 del Decreto Legislativo 158/2019 – aggiunge -, oltre a fare chiarezza sul quadro normativo che disciplina le modalità di recupero del disavanzo dell’esercizio finanziario 2018, consentirà alla Regione di chiedere alla Corte Costituzionale di dichiarare la cessazione della materia del contendere. Ne discende, pertanto, che, in ogni caso, la disciplina che, dalla data di approvazione del Rendiconto della Regione dell’esercizio finanziario 2021, regola il recupero del disavanzo dell’esercizio finanziario 2018 non può che essere quella contenuta nell’articolo 1, comma 841, della Legge 29 dicembre 2022, n. 197, norma primaria ritenuta necessaria da codesta Corte con la quale …a decorrere dall’esercizio 2023, la Regione siciliana è autorizzata a ripianare entro il limite massimo di otto anni il disavanzo relativo all’esercizio 2018 e le relative quote di disavanzo non recuperate alla data del 31 dicembre 2022, secondo le modalità definite con l’accordo tra il Ministro dell’economia e delle finanze e il Presidente della Regione siciliana sottoscritto in data 16 ottobre 2023”. “La sentenza odierna – aggiunge Schifani – relativa al rendiconto del 2021, seppur incomprensibile e non condivisibile, è priva di effetti finanziari e infondata sotto il profilo giuridico. La sospensione della parifica, a causa della pendenza di un giudizio di costituzionalità, in ordine all’articolo 7 del decreto legislativo 158 del 2019, appare poco coniugabile con la successiva norma primaria ex articolo 1 comma 841 Legge 147/22, invocata dalla stessa Corte dei conti, per il ripiano pluriennale del disavanzo del rendiconto del 2018. La nuova legge ha, infatti, superato la norma impugnata dalla Corte”. Malgrado ciò, “la Regione continuerà ad essere impegnata nel percorso già intrapreso, di risanamento della finanza pubblica, tra l’altro oggi ricordato dallo stesso organo di controllo”.
-foto ufficio stampa Regione Siciliana –
(ITALPRESS)

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