In particolare, tra le vernici ad alta resistenza al fuoco sono state studiate le vernici intumescenti che, gonfiandosi a causa dell’esposizione al calore, generano una barriera protettiva e isolante limitando la propagazione del fuoco e del calore. “Gli incendi in navigazione sono cresciuti del 10% rispetto all’anno precedente, rappresentando la terza causa di incidente sulle imbarcazioni, preceduti solo dai danni ai macchinari e dalle collisioni”, spiega il professore Antonino Valenza, direttore del Dipartimento di ingegneria di Palermo e responsabile scientifico del progetto. “E’ un chiaro esempio che dimostra come la ricerca industriale possa rispondere alle esigenze di innovazione – continua Valenza -. “Abbiamo lavorato e validato un prodotto ad alta resistenza al fuoco e questo è stato possibile solo grazie alla collaborazione e allo scambio di conoscenze tra i ricercatori delle nostre Università e le aziende che hanno collaborato mettendo insieme le loro competenze”.
Durante i tre anni di attività progettuale sono stati sviluppati dei rivestimenti intumescenti, partendo da vernici acriliche additivate con opportuni materiali di riciclo, come ad esempio vetro e sughero. Il progetto ha riguardato anche lo sviluppo di rivestimenti a spessore per isolamento termoacustico, tramite l’utilizzo di inerti speciali riciclati, cariche espanse isolanti o vegetali come ad esempio il sughero, vermiculite e gomma riciclata. Infine il progetto ha visto lo sviluppo di vernici multifunzionali per la protezione dalla corrosione di strutture metalliche o interne, come sentine o ballast. Le nuove formulazioni sono state realizzate additivando cariche a base grafitica e sono state caratterizzate in laboratorio simulando l’azione corrosiva dell’ambiente marino. L’utilizzo di inerti speciali riciclati (es. vetro, gomma) ha permesso lo sviluppo di rivestimenti idonei alla pavimentazione navale, anticondensa, antiscivolo e a prova d’urto.
Le vernici sono state formulate e realizzate dal Colorificio ATRIA Srl in collaborazione con le Università di Palermo e di Messina, che ne hanno curato la caratterizzazione chimico-fisica nei loro laboratori.
Le formulazioni più promettenti sono state caratterizzate dall’ente certificato Istituto Giordano S.p.A. e testate in ambiente operativo grazie alla collaborazione del consorzio NAVTEC e dei suoi associati che hanno messo a disposizione una nave per il trasporto passeggeri e un’area di cantiere per sottoporre i provini a test di durata in ambienti di utilizzo reale particolarmente gravosi come le sale macchine e edifici in prossimità del mare e in presenza di salt spray.
Il progetto è stato supportato grazie al P.O. FESR SICILIA 2014/2020, la misura del Dipartimento delle Attività Produttive della Regione Siciliana che sostiene l’avanzamento tecnologico delle imprese grazie a partenariati pubblico – privato.
– foto ufficio stampa progetto No Fire Nave –
(ITALPRESS).