All’alba di questa mattina, a Palermo, i militari del Nucleo operativo della Compagnia carabinieri di Palermo Piazza Verdi, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Palermo nei confronti di 3 giovani e un analogo provvedimento cautelare emesso dal gip del tribunale per i minorenni di Palermo, nei confronti di 1 minorenne. I quattro, con altri tre presunti complici già arrestati su ordine della Autorità Giudiziaria lo scorso 3 agosto, sono indagati per il reato di violenza sessuale di gruppo. Gli arresti sono stati disposti dai gip Clelia Maltese, Andrea Innocenti e, per il tribunale dei Minori, dal giudice Alessandra Puglisi.
Uno di loro ha filmato la scena e dai video si è risaliti ai componenti del branco. I ragazzi l’avrebbero anche istigata a bere e fumare. “Ero inerme – ha raccontato la ragazza agli inquirenti – sono caduta più volte e non volevo avere rapporti: mi chiedevo perché mi stessero facendo questo…”. Il ragazzo che ha girato il video, il giorno dopo via WhatsApp diceva: “Ieri sera niente, se ci penso un po’ mi viene lo schifo perché eravamo ti giuro 100 cani sopra una gatta, una cosa di questa l’avevo vista solo nei video porno, eravamo troppi, sinceramente mi sono schifiato un po’, ma che dovevo fare? La carne è carne, gliel’ho abbagnato pure io il discorso…”.
IL RACCONTO DELLA VITTIMA
“A mezzanotte e mezza – ha raccontato la ragazza agli inquirenti – sono andata alla Vucciria con un’amica e il fratello del suo ragazzo. Ho incontrato un amico, con cui ho iniziato a parlare. Avevo già bevuto un cocktail e ho bevuto anche 7 shottini di Sambuca e poi un bicchiere di Montenegro. Questo amico […] era insieme ad un certo […] e altri 5 ragazzi di cui non so i nomi ma uno diceva di essere il cugino di […]. Uno di questi mi sembrava minorenne. Poi mi hanno fatto fumare. Due di loro mi hanno preso sottobraccio, uno più alto di me, l’altro, quello che diceva di essere il cugino di […] con i capelli scuri. Mi hanno fatto camminare dai Quattro Canti a scendere verso il mare. Ero sola con questi ragazzi, in tutto sette. Due mi toccavano il seno e altri due le parti intime, mentre camminavamo e gli altri ridevano”.
Lo stupro di gruppo è stato documentato dalle telecamere dei sistemi di videosorveglianza. Immagini crude che inchioderebbero i protagonisti delle violenze alle loro responsabilità. Sono tutti giovanissimi, tra i 18 e i 22 anni, mentre la vittima ha 19 anni. Nelle immagini si vedono chiaramente la ragazza, al centro, due ragazzi che la sorreggono e gli altri cinque attorno mentre s’avviano verso una zona isolata del Foro Italico. Il branco avrebbe tentato in precedenza di fare ubriacare la ragazza che era stata avvicinata nei locali della movida. “Non avevo idea di dove mi stessero conducendo – ha raccontato la vittima ai carabinieri -. Mi hanno risposto: ‘lo sappiamo noi'”. Durante il tragitto la ragazza ha cercato di attirare l’attenzione dei passanti: “Ho chiesto aiuto, ma nessuno ha compreso quello che stava succedendo”. Una volta arrivati nella zona isolata del Foro Italico, nei pressi di un cantiere edile, si è consumata la violenza di gruppo. Il racconto è raccapricciante: “Ho gridato basta, basta, ma loro ridevano. ‘Tanto ti piace, mi urlavano”. Uno dei partecipanti ha anche filmato con il proprio cellulare la violenza, probabilmente per diffonderla; ma successivamente avrebbe cancellato il video per paura che la giovane potesse denunciarlo.
LA VIOLENZA ALL’INTERNO DI UN CANTIERE
“Siamo arrivati al Foro Italico – ha raccontato ancora la vittima – e c’era un’apertura in ferro e mi hanno fatto entrare lì. Dopo che mi hanno spogliata, uno di loro mi ha tirato per i capelli e mi ha costretta ad un rapporto orale. Due hanno preso le mie mani e le hanno messe nelle loro parti intime, mentre un altro mi abusava da dietro. Io dicevo che non ce la facevo più, loro mi dicevano: ‘Quando mai, non ce la fai più’ e continuavano cambiandosi di posto. Poi uno di loro ha chiesto ad […] di mandargli il video, ma […] rispondeva che l’aveva cancellato perché aveva paura che lo denunciassi. Io mi sono accasciata a terra perché non mi reggevo più in piedi, ma loro mi tenevano e continuavano. Sono caduta una seconda volta e ho preso il mio telefono e ho chiamato il mio ragazzo perché chiamasse un’ambulanza. I ragazzi mi hanno preso il telefono e chiuso la chiamata. Poi mi hanno rivestita, mi hanno presa sottobraccio e accompagnato in strada e si sono allontanati. Sono rimasta sola – dice ancora – e mi sono distesa su un muretto. Due ragazze vedendomi in quelle condizioni mi hanno chiesto cosa avessi e io chiedevo loro di chiamare il mio ragazzo”.