Palermo

Mafia, ricordati Nino Agostino e la moglie Ida: dopo 34 anni ancora nessun colpevole

Sono stati ricordati questa mattina con una cerimonia l’agente scelto Antonino Agostino e della moglie Ida Giovanna Castelluccio assassinati dalla mafia 34 anni fa. Questa mattina presso la stele commemorativa a Carini, lungomare Cristoforo Colombo, la deposizione di una corona di alloro, a seguire presso la Cappella di San Michele Arcangelo della Caserma Lungaro a Palermo, è stata celebrata la Santa Messa in suffragio delle vittime.

“Si rinnova oggi, nel trentaquattresimo anniversario della loro morte, il ricordo dell’agente Antonino Agostino, di sua moglie Ida Castelluccio e del figlio che portava in grembo, ferocemente uccisi dalla mafia il 5 agosto 1989. Il coraggio e il valore dell’agente Agostino sono ancora oggi testimonianza per quanti operano nelle forze dell’ordine, mettendo ogni giorno a rischio la loro vita per portare avanti la battaglia contro la mafia e la criminalità. Auspico che presto il percorso della giustizia possa finalmente fare luce sulle ombre che da anni aleggiano su questo delitto”, ha dichiarato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.

Il 5 agosto 1989 Agostino, era a Villagrazia di Carini con la moglie Ida Castelluccio, incinta di due mesi per festeggiare i 18 anni della sorella al villino dei genitori sul lungomare Colombo, e per l’occasione aveva comunicato di aspettare un figlio. Verso le 19.40, prima di andarsene, i coniugi andarono dal vicino per fargli vedere l’album di nozze quando arrivò una moto con due persone che iniziarono a sparare. Antonino fece in tempo ad aprire il cancello e fare da scudo alla moglie. Colpito da vari proiettili morì all’istante. Ida urlò che stavano uccidendo il marito e da terra li affrontò “vi conosco”. Uno dei due le sparò al cuore. Al funerale erano erano presenti i giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Proprio Falcone disse al suo amico commissario Saverio Montalbano: “Io a quel ragazzo devo la vita”. Non si è mai scoperta la verità sull’omicidio.

Secondo una delle ipotesi Antonino Agostino stava indagando sul fallito attentato dell’Addaura al giudice Falcone del 21 giugno 1989, quando alcuni agenti di scorta trovarono su una spiaggia dell’Addaura un borsone contenente cinquantotto candelotti di tritolo. In quella stessa spiaggia si trovava la villa di Giovanni Falcone, obiettivo del fallito attentato. Agostino forse, aveva scoperto qualcosa di importante. Un altro filone indica come movente il fatto che egli avesse visto tutori dell’ordine, forse dei servizi segreti, in compagnia di mafiosi. Attualmente i mandanti e gli esecutori dell’omicidio di Agostino e della Castelluccio sono ignoti. Il papà di Antonino, Vincenzo Agostino, dal giorno dell’omicidio non si è più tagliato la barba come forma di protesta contro l’occultamento della verità sulla morte del figlio e della nuora. Infatti raccontò diverse volte che prima dell’omicidio del figlio ricevette la visita di due uomini, di cui uno biondo con la faccia butterata, che cercavano il figlio, qualificandosi come “colleghi”.

Share
Published by