Cronaca

Incendi, macchina dei soccorsi in tilt e sindaci abbandonati

Con il fumo che avvolge ancora alcune zone della città, è giusto fare una breve riflessione. La questione incendi, ormai, è senza dubbio legata a veri e propri atti terroristici. Una situazione che, ciclicamente, si ripete. Con le stesse modalità e spesso anche nelle stesse zone. Il dramma di San Martino delle Scale, ma anche di Monreale, Altofonte, Piana degli Albanesi e i comuni appena vicini alla città di Palermo e il capoluogo stesso, ha messo in evidenza tutta l’inadeguatezza di governi regionali e nazionali che non hanno mai trovato sistemi efficaci per contrastare queste azioni criminali. Diciamoci la verità. Alla favola dell’autocombustione non ci crede nessuno. C’è un piano criminale per creare dei disastri simili. E non è di certo la prima volta che avviene. In Sicilia, l’immenso patrimonio boschivo e naturalistico è stato bruciato e distrutto per sempre nel corso di questi anni. I vari governatori che si sono succeduti in questi anni hanno sempre promesso risorse, uomini e mezzi.

Il presidente della Regione siciliana Renato Schifani, si è affrettato a dire, con tanto di comunicato stampa, che quella di ieri e oggi è una situazione delicata e senza precedenti: “Le altissime temperature, unite ai soliti incendiari delinquenti, hanno creato e stanno creando un danno immenso”, si legge nella nota. Che poi prosegue: “C’è, comunque, un coordinamento degli interventi che funziona”.

Forse il presidente era un po’ distratto. Perché ieri, e in parte anche oggi, siamo stati testimoni del fallimento di tutto questo sistema. Mezzi vecchi e fatiscenti, autobotti senz’acqua, manichette rotte, pochi attrezzi, uomini in grave difficoltà. E’ mancato un “vero” coordinamento nella macchina dei soccorsi. In tanti non sapevano cosa fare e attendevano un ordine che non è mai arrivato. Le persone comuni hanno fatto sistema e messo in gioco la loro vita per salvare case, uomini, donne, bambini e animali. Mentre dei soccorsi spesso non c’era traccia. E’ vero che sono state giornate particolarmente infernali e difficili, ma questo non basta a giustificare una situazione come quella vissuta in queste ore. La Forestale, intendiamo quella che riguarda gli uomini assunti solo per un breve periodo, va completamente rivista. Ci sono persone troppo avanti con l’età. Un sistema che andrebbe ripensato, affidato a gente più giovane e soprattutto formata. Per non parlare della Protezione civile. I volontari hanno rischiato la loro vita, ma alla fine devono fare i conti con mezzi e attrezzature che non possono bastare ad avere ragione di tali emergenze incendi. E’ per loro una lotta impari a cui però non si sottraggono.

Sul territorio solo i sindaci, con assessori e consiglieri hanno rappresentato le istituzioni. E hanno anche coordinato gli interventi. Ma anche loro hanno le armi spuntate. E sono rimasti soli, inermi, a vedere case bruciare e gente piangere disperata. La campagna elettorale per fortuna è lontana. Ma non possiamo e vogliamo più ascoltare promesse che non saranno mantenute. Serve cercare di eradicare il problema alla fonte, quindi pattugliando adeguatamente il territorio e cercando di beccare sul fatto questi malviventi. Ci sono le tecnologie, c’è bisogno di chi le sa sfruttare. Ma poi servono delle pene esemplari. E bisogna pensare a creare una macchina dei soccorsi adeguata. Oltre a pensare a interventi di rimboschimento. Per ora è solo utopia.

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