L’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi riguarda molti contribuenti: venire meno a questo dovere espone al rischio di subire una sanzione. In altri casi, invece, la dichiarazione dei redditi non è obbligatoria ma solo facoltativa; si rivela comunque vantaggiosa, anche dal punto di vista economico, dal momento che permette di usufruire di un consistente risparmio in termini fiscali, in quanto parecchie spese che sono state sostenute nel corso del precedente anno di imposta possono essere portate in deduzione o in detrazione.
Sono due le novità più significative che riguardano la dichiarazione dei redditi 2022. Una riguarda il bonus acqua potabile, il cui obiettivo è quello di limitare il ricorso ai contenitori di plastica e garantire un uso più razionale e sostenibile dell’acqua. L’altra ha a che fare con la detrazione della metà delle spese affrontare per comprare generatori a gas di ultima generazione al posto di gruppi elettrogeni di emergenza già esistenti. Una menzione particolare, poi, è doverosa per il Superbonus, per il quale è previsto un rimborso distribuito in cinque rate per altrettanti anni. In sostanza, viene assicurata una detrazione che corrisponde al 100% della spesa affrontata in relazione ai costi relativi a diversi interventi mirati sia alla riqualificazione energetica che a misure antisismiche, nel novero di quelli che sono stati definiti interventi trainanti (insieme agli interventi trainati, vale a dire altri lavori effettuati insieme con i primi).
Per ciò che concerne il Superbonus, è necessario che gli interventi vengano effettuati con la supervisione di un professionista che avrà tra l’altro il compito di stilare le asseverazioni del caso e poi trasmetterle. Un intermediario abilitato, inoltre, deve essere coinvolto per l’apposizione del necessario visto di conformità. Insomma, in dichiarazione dei redditi è possibile recuperare molti dei costi che nel corso dell’anno precedente sono stati sostenuti per la salute, per i figli o per la casa.
Nella lista delle spese per la casa vanno incluse le detrazioni per l’affitto e quelle per gli interessi di mutuo, pari al 19% sugli interessi passivi che vengono pagati fino alla soglia di 4mila euro per l’acquisto e alla foglia di 2.582 euro per la ristrutturazione o la costruzione della casa principale. Inoltre, occorre citare le spese di intermediazione, vale a dire i costi sostenuti per i servizi dell’agenzia immobiliare a cui ci si è rivolti per l’acquisto della casa principale. Esistono numerose opzioni a cui far riferimento per recuperare i costi che sono stati sostenuti sia per l’efficientamento energetico che per la ristrutturazione di un immobile: basti pensare per esempio al bonus facciate.
Anche una donazione online può essere oggetto di detrazione. Esistono, tuttavia, delle condizioni da rispettare affinché vengano garantite le agevolazioni fiscali. Prima di tutto, è necessario che il versamento dei contributi avvenga tramite carta di credito o utilizzando il sistema postale o bancario. Alla dichiarazione dei redditi deve essere allegato un documento che certifichi l’avvenuto versamento, come per esempio il vaglia postale, l’estratto conto o la contabile bancaria. Di conseguenza, per una donazione regolare effettuata via bonifico è concessa la deducibilità, che invece non è prevista nel caso di una erogazione liberale in contanti. Da due anni, le organizzazioni non profit che ricevono le erogazioni liberali hanno il dovere di trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati riguardanti ogni donazione regolare o una tantum. In pratica, devono essere comunicati sia l’importo della donazione che il codice fiscale del donatore, così che i dati in questione possano essere registrati.