Mercoledì 5 luglio 2023, alle ore 12, tutti i dispositivi mobili connessi alle reti telefoniche in Sicilia riceveranno un messaggio “IT-Alert”: il nuovo servizio di allarme pubblico messo a punto dal Dipartimento nazionale di Protezione Civile che consentirà di avvisare, tempestivamente, la popolazione in caso di gravi emergenze o imminenti pericoli. La sperimentazione che sarà fatta, oltre che in Sicilia anche in altre 4 regioni, servirà per verificare le funzionalità di questa tecnologia e migliorarla. Una volta operativa, consentirà di raggiungere chiunque si trovi nella zona interessata da situazioni di pericolo reale o potenziale, purché abbia il telefono acceso e connesso alla rete di telefonia mobile.
“IT-alert – spiegano sul sito del Dipartimento della Protezione Civile – utilizza la tecnologia cell-broadcast che consente di inviare messaggi a un gruppo di celle telefoniche geograficamente vicine, capaci di delimitare un’area il più possibile corrispondente a quella interessata dall’emergenza. Il cell-broadcast funziona anche in casi di campo limitato o in casi di saturazione della banda telefonica e non ha alcuna ripercussione sui livelli di privacy impostati. Va tenuto presente – precisano – che la tecnologia cell-broadcast presenta diversi limiti: è possibile che un messaggio indirizzato a un’area possa raggiungere anche utenti che si trovano al di fuori dell’area stessa (overshooting) oppure che in aree senza copertura il messaggio non venga recapitato. Inoltre, i dispositivi non ricevono i messaggi IT-alert se sono spenti o privi di campo e potrebbero non suonare se la suoneria è impostata in modalità silenziosa. Mentre, in alcuni casi, l’utilizzo di una vecchia versione del sistema operativo può comportare problemi nella ricezione dei messaggi IT-alert”.
“La Sicilia – sottolinea il presidente della Regione, Renato Schifani – è tra le cinque regioni italiane che prendono parte a questa iniziativa della Protezione civile nazionale per testare il nuovo sistema di allarme pubblico. Invito tutti i siciliani a partecipare attivamente alla sperimentazione per consentire il miglioramento dello strumento. Speriamo di non dovere mai farne uso, ma dobbiamo essere pronti per evitare di farci trovare impreparati in situazioni di estremo pericolo per la popolazione. Partecipare al test è un dovere civico. Per tutti”.