Indebita percezione di erogazioni a danno dell’Unione Europea: è il reato contestato nell’ambito di un’indagine della Guardia di Finanza di Palermo che ha sequestrato disponibilità finanziarie e beni per circa 20 milioni di euro. Le Fiamme gialle hanno dato esecuzione al sequestro preventivo emesso dal gip, su richiesta della Procura Europea, nei confronti di una società a capitale interamente pubblico e di 3 persone fisiche, per un importo complessivo di circa 20 milioni di euro, anche nella forma per equivalente, quale profitto della condotta delittuosa ipotizzata.
Al centro dell’inchiesta è finita l’Amap, partecipata del Comune di Palermo che si occupa della gestione del servizio idrico integrato e G.R. (direttore generale di Amap), A.D.M (amministratore unico da marzo 2019 e tuttora in carica) e M.C.P (amministratore unico da marzo 2014 a marzo 2019). Il reato contestato, allo stato, è quello di indebita percezione di erogazioni pubbliche, aggravato dalla qualifica di “incaricati di pubblico servizio” rivestita dagli indagati, nonché dalla circostanza che la condotta penalmente rilevante avrebbe causato un danno superiore a 100 mila euro agli interessi finanziari dell’Unione Europea. È stata ipotizzata ai danni della società partecipata anche la correlata responsabilità amministrativa derivante da reato.
Le indagini – nate dalla denuncia presentata dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI) direttamente presso la sede Eppo di Lussemburgo – condotte dagli specialisti del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo – Gruppo Tutela Spesa Pubblica sotto il coordinamento della Procura Europea, hanno riguardato un prestito agevolato di circa 20 milioni di euro che la società pubblica aveva ottenuto dalla Bei a valere sul Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (“EFSI”) con garanzia concessa dall’Unione Europea, per la realizzazione di un programma di investimento nel settore della produzione di acqua potabile e trattamento delle acque reflue.
Gli elementi acquisiti con le indagini, hanno consentito di ipotizzare che, al fine di impedire a Bei di procedere alle valutazioni di competenza in merito al rispetto delle condizioni per l’ottenimento e revoca del finanziamento erogato, il quadro manageriale della società partecipata avrebbe consapevolmente omesso di comunicare alla Bei la commissione, tra il 2017 e il 2020, di gravi e reiterate violazioni, anche di rilevanza penale, in materia ambientale, sfociate in un’ordinanza di commissariamento giudiziale emessa nel 2021 dal gip del Tribunale di Palermo e nella successiva richiesta di rinvio a giudizio dei responsabili. Per tale motivo il sequestro preventivo disposto dal gip ha riguardato l’ammontare complessivo della somma oggetto del prestito, pari a circa 20 milioni di euro, “in quanto ottenuta attraverso le omissioni informative fraudolentemente poste in essere dagli indagati”, sottolineano gli inquirenti.