L’associazione metterà a disposizione soprattutto un calendario “salvavista”, una sorta di scadenziario in cui è opportuno svolgere delle visite oculistiche: una visita oculistica entro i tre anni di età, una il primo giorno di scuola, una visita tra gli 8 e i 12 anni per la prevenzione della miopia, poi una pausa fino ai 40 anni: dai 40 ai 60 anni ogni due anni e poi una volta l’anno.
Gli oftalmologi non vogliono più che la loro disciplina sia considerata alla stregua di una “Cenerentola” del Sistema Sanitario Nazionale, per questo la richiesta al governo è quella che “le tecnologie e le terapie più all’avanguardia possano essere messe a disposizione di tutti e non solo di pochissime persone”.
Secondo la Soi (Società oftalmologica italiana) entro il 2030 potrebbero raddoppiare le persone cieche: “Sembra un assurdo, abbiamo migliorato tantissimo, ma raddoppia il numero di ciechi. Fortunatamente è perchè la vita media si è allungata – conclude Piovella -, e anche la vista invecchia e decade. Abbiamo migliorato con la tecnologia la nostra capacità di intervento, quindi noi medici oculisti dobbiamo rimboccarci le maniche e seguire un numero sempre maggiore di pazienti”.
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