“Nell’anno appena concluso un forte segnale di unità e innovazione è stato lanciato da una piccola isola, incantevole, Procida. La cultura non isola, hanno proclamato. La cultura, infatti, unisce e moltiplica. E’ una forza dei campanili quella di saper unire e non dividere le energie. Voi raccogliete, nel nord del nostro Paese, lo stesso testimone di Procida; a conferma dell’unità che rafforza l’Italia”, ha sottolineato Mattarella.
“La cultura è una grande ricchezza. Nasce dalla vita, dalla comunità, dalla natura che la ospita, e poi ritorna alle persone, alle generazioni successive, come linfa, come civiltà, come genio e valore. La cultura non è un ambito separato dell’attività umana, quasi un suo sovrappiù – ha detto ancora il capo dello Stato -. E’ il sapere conquistato dall’esperienza. E’ il pensiero che si costruisce nello studio, nel confronto, nella ricerca, nel lavoro. E’ l’emozione del rappresentare la vita, è un arricchimento dei valori che caratterizzano l’umanità. Brescia e Bergamo ne sono un esempio con le loro virtù civiche di ieri e d’oggi”.
Bergamo e Brescia, ha continuato Mattarella, “città duramente colpite dalla prima ondata della pandemia, quando un virus aggressivo e sconosciuto ha mietuto, nel nostro Paese, migliaia di vittime, hanno saputo reagire, dando vita, e alimentando con i loro valori, quel modello di solidarietà che ha consentito di affrontare la crisi”.
Il presidente ha quindi evidenziato come “nell’anno trascorso abbiamo vissuto il sollievo della ripartenza. Le attività economiche, le espressioni sociali, la vita quotidiana, hanno ripreso ritmi più consueti. Bergamo e Brescia, tuttavia, non si erano fermate. Innovare, guardare all’avvenire, confidare nella capacità dell’uomo di saper superare le avversità, hanno dato vita a un percorso concreto che trova, oggi, ulteriore sanzione con l’avvio di un anno che le vede Capitale della cultura. La tenacia è valore di questi territori, così come, appunto, la solidarietà. L’agricoltura, l’industria e l’artigianato hanno sempre segnato la laboriosità delle popolazioni. E’ questa cultura reale – ha continuato il presidente della Repubblica -, sentimento della comunità ed espressione di buone pratiche di governo, che fa comprendere le ragioni degli innumerevoli scrigni di opere d’arte e dell’ingegno che sono custodite in queste territori”.
– foto ufficio stampa Quirinale –
(ITALPRESS).