Alla fine il miracolo che tutti attendevano non è avvenuto. E’ morto a 59 anni, portato via da un bruttissimo male, fratel Biagio Conte. Il missionario laico più conosciuto e amato non solo in Sicilia, ma in tutta Italia. E’ stato il fautore della creazione della Missione “Speranza e carità” in cui ha accolto migliaia e migliaia di “fratelli”, come li definiva lui. E’ nata per cercare di rispondere alle drammatiche situazioni di povertà ed emarginazione della sua città natale, cioè Palermo.
Biagio Conte era nato in una famiglia agiata ed è stato anche nel collegio di San Martino delle Scale per quattro anni. A 16 anni, dopo aver abbandonato la scuola e iniziato a lavorare nell’impresa edile della sua famiglia, ha deciso di abbandonare tutto a causa di una profonda crisi spirituale. Siamo nel 1983. Sette anni dopo inizia la sua vita da eremita, ritirandosi nelle montagne dell’entroterra siciliano e successivamente facendo un viaggio interamente a piedi verso la città di Assisi. Il viaggio è stato reso noto alle cronache per gli appelli della famiglia d’origine alla trasmissione Rai Chi l’ha visto?, dove Biagio ha risposto in diretta informando del suo cammino verso Assisi, dove arriverà il 7 giugno 1991. Torna quindi a Palermo per salutare i familiari, con l’intenzione di trasferirsi in Africa come missionario, ma lo stato di miseria in cui ritrova la sua città lo porta a cambiare idea.
In un primo momento è attivo nel portare conforto ai senzatetto della stazione di Palermo Centrale, per i quali si batte attraverso diverse proteste ed un digiuno, grazie al quale ottiene l’utilizzo di alcuni locali in via Archirafi, all’interno dei quali fonda nel 1993 la “Missione di Speranza e Carità”, che oggi accoglie più di 200 persone. Biagio Conte porta universalmente a tutti il messaggio di pace e fratellanza cristiano. Nel 2018, dopo la morte di alcuni senzatetto nelle strade di Palermo, in segno di protesta contro la povertà decide di dormire in strada, sotto i portici del Palazzo delle Poste centrali, iniziando uno sciopero della fame durato dieci giorni; in seguito la Regione ha finanziato l’ampliamento della missione di via Decollati. Poi l’arrivo della malattia che lo ha costretto a letto. Fino al giorno della sua morte. Mancherà non solo a Palermo.
“«Esprimo le mie più sentite condoglianze ai familiari di fratel Biagio Conte, agli assistiti e ai volontari della sua Missione. Oggi il missionario ci ha lasciati dopo giorni di sofferenza, ma il suo ricordo resterà indelebile. Con il suo impegno quotidiano e instancabile in favore degli ultimi, ci ha ricordato come, per ogni cristiano, la carità sia una condizione essenziale della propria esistenza umana e attuazione concreta della propria fede. Consapevole che la sua perdita lascia un vuoto incolmabile, posso solo affermare che il suo esempio sarà più vivo che mai nell’ispirare le mie personali azioni di solidarietà verso il prossimo e quelle del mio governo”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, appresa la notizia della morte di Biagio Conte, fondatore della Missione Speranza e Carità a Palermo.
“La scomparsa di Biagio Conte lascia un vuoto incolmabile a Palermo. Anche nelle ultime ore più drammatiche tutta la città si è stretta attorno a fratel Biagio, a testimonianza del valore dell’eredità umana che oggi ci lascia e che non dobbiamo disperdere. Resterà per me indimenticabile l’ultimo incontro di pochi giorni fa con Biagio Conte, durante il quale mi ha raccomandato di non dimenticare mai i poveri. Di fatto, un’eredità lasciata alla città da custodire con senso di responsabilità. È con questo spirito di che l’amministrazione e la nostra comunità devono a stare vicini alla Missione Speranza e carità che continuerà a essere un punto di riferimento per Palermo anche se da oggi dovrà fare a meno del suo fondatore, della sua guida che resterà comunque fonte di ispirazione per tutti noi”. Così il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.
“Biagio Conte ha concluso il suo pellegrinaggio terreno e ha raggiunto la meta alla quale tendeva. Uniamoci in preghiera perché il Signore povero che lui ha accolto sulla terra ora lo ricompensi per il suo fedele servizio. Sicuri che Biagio continuerà a pregare per noi e per tutta la Chiesa continuiamo il nostro cammino nella fede”. Lo ha detto l’arcivescovo di Monreale monsignor Gualtiero Isacchi.