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Addio a Papa Benedetto XVI: “Umile lavoratore della vigna del Signore”

“Con dolore informo che il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9:34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano”. Con queste parole il direttore della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni ha annunciato la morte del 265esimo Papa. Joseph Ratzinger aveva 95 anni. Dalla mattina di lunedì 2 gennaio 2023, il corpo del Papa Emerito sarà nella Basilica di San Pietro in Vaticano per il saluto dei fedeli.

Nato a Marktl in Baviera il 16 aprile del 1927, viene eletto 265esimo Papa della Chiesa cattolica, scegliendo il nome di Benedetto XVI, il 19 aprile del 2005 nel Conclave in cui entra come prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, scelto nel 1981 da Giovanni Paolo II, nonché dal 2002 decano del collegio cardinalizio. In precedenza, è stato teologo alle università di Tubinga e poi di Ratisbona, quindi arcivescovo di Monaco di Baviera nel 1977 e subito dopo cardinale, creato da Paolo VI. La fumata bianca per Ratzinger – che, contrariamente al celebre proverbio per il quale ‘chi entra in Conclave Papa ne esce cardinale, conferma i pronostici della vigilia – arriva al quarto scrutinio, nel secondo giorno, con l’Habemus Papam proclamato dal balcone della loggia centrale della basilica di San Pietro in Vaticano, dopo la fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina. Queste le sue prime parole da Papa: “Cari fratelli e sorelle, dopo il grande Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto – la sua esortazione rivolta ai fedeli raccolti in piazza San Pietro – mi affido alle vostre preghiere”.

Il suo ruolo di guida della Chiesa universale, nonché di sovrano dello Stato-Città del Vaticano, durerà 7 anni, 10 mesi e 9 giorni, concludendosi il 28 febbraio del 2013, giorno scelto per le sue storiche dimissioni, o meglio per la sua rinuncia al proseguimento del Pontificato; rinuncia clamorosa, ancorché annunciata canonicamente in latino e per di più al termine di un normale Concistoro, l’11 febbraio. “Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa – annuncia a sorpresa ai cardinali presenti – Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”. Prosegue Ratzinger: “Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo”. Un vigore che, ammette senza problemi Benedetto XVI, “negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma e Successore di San Pietro”.

 

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