Quasi impuntarsi. Come fanno i bambini che chiedono le caramelle. “Ora mi dai un posto in Giunta”. Questo emerge dalla nota che ha inviato Monreale Bene Comune. Che in realtà è una lettera inviata al sindaco di Monreale Alberto Arcidiacono. Un lungo papello che in sintesi dice questo: fuori Rosanna Giannetto. Dentro uno dei nostri (Tonino Russo?). Monreale Bene Comune insegue Arcidiacono ormai da mesi. L’ultima volta a fine luglio. Lì erano stati chiari ribadendo l’uscita (forzata, a nostro parere) della Giannetto per, usando le parole di Monreale Bene Comune, “procedere all’avvicendamento con altro rappresentante del Movimento Monreale Bene Comune”.
Leggendo quello che racconta il Movimento, Arcidiacono avrebbe dato precise rassicurazioni sulla sostituzione della Giannetto. Per consentire un corretto inizio scolastico, quindi senza vuoto assessoriale, Monreale Bene Comune avrebbe anche accettato che la Giannetto rimanesse al suo posto fino all’inizio delle lezioni. “Ai primi di settembre sarebbe dovuto avvenire l’avvicendamento. Ciò non è avvenuto. In funzione di quanto sopra nonché su Sua richiesta, Signor Sindaco, era stato concordato che le dimissioni e la sostituzione sarebbero avvenute immediatamente dopo l’apertura delle scuole e comunque prima della celebrazione delle elezioni del 25 settembre. Anche questo impegno è stato disatteso”.
Insomma, per Monreale Bene Comune la “colpa” è del primo cittadino. Ma, a leggere bene tra le righe, si nota di come in realtà il problema sia di Monreale Bene Comune che ha rotto proprio con la Giannetto, visto che “è palese l’incompatibilità della stessa con il nostro movimento, la nostra identità e collocazione politica”. Ma da che lato sarebbe la Giannetto? E da che lato sarebbe Monreale Bene Comune? Il Movimento si professa di centro-sinistra, eppure ha appoggiato e appoggia un sindaco palesemente di destra (Diventerà Bellissima). La Giannetto non ha una collocazione precisa, seppur non abbia nascosto la sua simpatia per Marco Intravaia alle scorse elezioni regionali. E’ stata questa, per Movimento Bene Comune la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un’offesa, secondo il movimento che va punita con le dimissioni. Tanto che, specificano al sindaco, “le riconfermiamo ancora una volta la nostra scelta unanime di aver ritirato da tempo il nostro appoggio all’assessore Giannetto e in seguito ai suoi comportamenti di esser venuta meno anche la fiducia verso la stessa. Pertanto si confida che dopo due mesi e mezzo si possa al più presto mettere la parola fine a questa vicenda e procedere al di Lei avvicendamento con altro rappresentante del Movimento Monreale Bene Comune”.
Il sindaco Arcidiacono tace e questo la dice lunga. D’altronde la Giannetto, in questo momento, non meriterebbe di certo le dimissioni. Ma lei, tirata in ballo, non le ha di certo mandate a dire: “Ricordo a chi mi attacca che il movimento nel quale mi sono candidata, “Monreale Bene Comune”, che non ha superato lo sbarramento per entrare in Consiglio comunale, è una formazione civica che rappresenta tante anime. Così com’è sempre accaduto, anche nell’ultima tornata regionale, anche i rappresentanti di altri movimenti civici hanno appoggiato candidati appartenenti a diversi schieramenti politici, senza che nessuno gridasse allo scandalo. Credo, invece, di essere rimasta fedele allo spirito civico del movimento scegliendo di sostenere un candidato monrealese, Marco Intravaia, che tanto si è speso per Monreale”.
Poi la Giannetto rincara la dose: “Il Movimento Bene Comune aveva scelto un loro candidato, sul quale pretendevano di raccogliere convergenze soltanto per spirito di scuderia, tradendo, loro sì, lo spirito civico iniziale. Gli stessi hanno preso la tessera del Pd, decidendo in modo autarchico di spostare a sinistra l’asticella della nostra formazione politica. E pur puntando il dito contro la mia decisione di sostenere Marco Intravaia, sono ben disposti a sostituirmi per restare a fianco del sindaco Alberto Arcidiacono. Nasce spontaneo il sospetto che dietro vi siano delle mire personali per ricoprire il mio ruolo”. Che poi prosegue: “Io non ho mai detto di non volermi dimettere, ma che avrei fatto un passo indietro se mi fossero state date delle motivazioni rispetto al mio operato in Giunta, se mi fosse stata contestata incompetenza o disinteresse per il mio incarico. Così no. Non intendo soggiacere ai “ricatti” della vecchia politica, alle logiche “burattino-burattinaio” di chi pensa di potere tirare le fila a suo piacimento, utilizzando la clava dell’attacco mediatico per tentare di spaventarmi, anche perché privo di altri argomenti. Ricordo a chi ha scritto la nota, inoltre, che il mio risultato elettorale rappresenta il 50 per cento di quello della lista. Non posso tradire i 360 cittadini che, votandomi, mi hanno riconosciuto la loro fiducia, soltanto per lasciare il posto a qualcun altro che non ha certamente ottenuto la stessa fiducia. A questo punto chiedo io chiarezza. Chi ha sostenuto un candidato lontano da Monreale, solo per supportare il partito di cui fa parte, può dirsi vicino ad uno spirito civico che ha a cuore il bene della città”?