Dopo due anni di stop forzati a causa della pandemia, è tornato uno dei momenti più sentiti dai fedeli alla Santuzza, l’acchianata a Monte Pellegrino per raggiungere il santuario dedicato a Santa Rosalia. Il primo cittadino palermitano: “Dobbiamo cambiare questa città e dobbiamo farlo insieme”. L’arcivescovo Corrado Lorefice: “La guerra e la depressione economica sono alcune delle pesti di oggi”.
Santa Rosalia, la patrona di Palermo, che gode di una diffusa devozione in Sicilia al pari delle martiri Agata di Catania e Lucia di Siracusa, non ha una storia altrettanto ricca di testimonianze e di tradizioni. Uno studioso morto nel 1620, Ottavio Caietani, lamentava di non aver trovato tracce lasciate dagli antenati su questa santa, nonostante la cura con cui le aveva cercate un pò ovunque. Avuto in dono dalla regina il Monte Pellegrino, Rosalia lo sceglie per condurvi vita di penitenza e qui torna per l’estremo riposo, probabilmente dopo aver peregrinato in altri luoghi ancor più lontani dalle distrazioni mondane, sull’esempio degli antichi anacoreti. L’evento riaccende la devozione popolare, e Urbano VIII nel 1630 inserisce il nome di Rosalia nel Martirologio Romano al 15 luglio e al 4 settembre.