Avrebbero messo in scena una cessione di ramo d’azienda per nascondere i debiti e consentire all’istituto di rimanere aperto e in attività. La Guardia di Finanza di Palermo ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di due persone della misura interdittiva del divieto dell’esercizio di attività professionale per dodici mesi. Eseguito anche il sequestro preventivo di un istituto scolastico paritario.
Le indagini ipotizzano l’esistenza di una strutturata pianificazione distrattiva che sarebbe stata attuata attraverso il trasferimento fraudolento dell’attività d’impresa a favore di una società neocostituita, grazie ad uno strumentale contratto di cessione di ramo d’azienda, per un importo nettamente inferiore rispetto al reale valore di mercato, al fine di consentire la prosecuzione dell’attività scolastica senza soluzione di continuità, lasciando la precedente società – poi fallita – in grave stato di dissesto avendo accumulato una esposizione debitoria allo stato quantificata in oltre 1,7 milioni di euro.
L’omessa indicazione nei bilanci societari delle poste indicative della reale situazione debitoria dell’impresa, al fine di celarne lo stato di default. I reati, contestati agli indagati nella loro veste di amministratori di fatto e di diritto della società “Nazionale Scuole Riunione srl”, fallita nel 2020 e della “Rmb srl”, sono bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e false comunicazioni sociali. Il complesso aziendale sequestrato è stato affidato ad un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Palermo, con il compito di garantire la continuità dell’attività scolastica e mantenere i livelli occupazionali, per preservare i diritti dei lavoratori e della stessa utenza, nel caso specifico rappresentata dagli studenti.