Erano stati denunciati dai genitori di un ragazzo disabile a cui non avevano consentito di salire sullo scuolabus in occasione di una gita scolastica nel marzo 2019. Il pubblico ministero aveva ritenuto che vi fossero gli estremi dell’abuso d’ufficio nel comportamento tenuto dal dirigente Giancarlo Li Vecchi e dall’autista Antonino Messina i quali, in ossequio a norme di legge, non avevano consentito ad un alunno disabile di salire sullo scuolabus, stante che il libretto di circolazione del mezzo non prevedeva il posto per l’accompagnatore ed il mezzo non risultava omologato per il trasporto dei disabili.
La dirigente scolastica, non aveva infatti specificato nella richiesta rivolta al comune la presenza di un ragazzo disabile e, quindi, l’ufficio comunale aveva mandato uno scuolabus non adatto. Il giudice dell’udienza preliminare ha accolto le tesi dei difensori degli imputati, Girolamo Rizzuto e Dario Vitrano, sentenziando il non luogo a procedere, in quanto il fatto non è previsto dalla legge come reato, non rientrando in alcuna fattispecie incriminatrice né sotto il profilo oggettivo, né sotto quello soggettivo. Per il sindaco Alberto Arcidiacono si chiude “una triste vicenda che aveva coinvolto il dirigente Li Vecchi e il dipendente Messina da sempre apprezzati per la loro correttezza, professionalità e qualità umane”.