Palermo

L’inchiesta sui concorsi truccati al Policlinico: professore non operava ma risultava in equipe

Visite private a pagamento in intramoenia non dichiarate e presenze in equipe chirurgiche anche quando in sala operatoria non aveva mai messo piede. È quanto hanno scoperto i carabinieri del Nas di Palermo nell’ambito dell’inchiesta sui concorsi truccati al Policlinico, che ha portato all’arresto di un ex professore e direttore del dipartimento di Chirurgia dell’azienda ospedaliera universitaria attualmente in quiescenza, e della figlia chirurgo plastico in servizio all’ospedale Civico.

“L’anziano dirigente, grazie alla sua posizione e ricorrendo alla collaborazione di altri medici, fra cui la figlia – spiegano gli investigatori -, nonostante non fosse stato presente, veniva ufficialmente inserito in equipe chirurgiche nei registri informatici del Policlinico, attestando falsamente la sua partecipazione a interventi chirurgici, compiuti in realtà da altri medici”.

Inoltre, essendo autorizzato a svolgere attività libero professionale in regime di intra-moenia interna, si sarebbe appropriato di somme di denaro, comprese tra i 100 e i 200 euro, che costituivano i compensi pagati da 68 pazienti per visite eseguite tra luglio 2019 e ottobre 2020, senza riversare all’azienda sanitaria la percentuale ad essa spettante. Infine, avrebbe omesso di comunicare al Policlinico lo svolgimento nel periodo di nove mesi della sua attività libero-professionale, comprendente, tra le altre, le visite a pagamento effettuate ai pazienti, “inducendo così in errore il datore di lavoro sul rispetto del vincolo di esclusività e procurandosi un ingiusto profitto”.

FALSI CERTIFICATI PER I FIGLI MEDICI – L’ex professore sarebbe anche riuscito a far ottenere ai figli, entrambi medici, delle false attestazioni di malattia. La figlia, chirurgo plastico in servizio all’azienda ospedaliera Civico – Di Cristina – Benfratelli di Palermo è finita ai domiciliari, mentre per l’altro figlio, che all’epoca dei fatti prestava servizio al Policlinico di Messina e in atto è dipendente del Policlinico di Palermo, è scattata l’interdizione dai pubblici uffici per un anno e l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.  L’anziano professore, secondo gli investigatori, sarebbe riuscito a ottenere le false attestazioni di malattia usando “la sua influenza su alcuni sanitari compiacenti”. I falsi certificati sarebbero serviti non solo per giustificare l’assenza dal servizio nelle strutture ospedaliere ma, soprattutto, per ottenere “un referto che attestasse falsamente delle lesioni subite dalla figlia e da questa allegato successivamente a una querela contro l’ex coniuge”, finito sotto inchiesta anche per lesioni personali aggravate.

Share
Published by