Cronaca

Autismo, a Monreale un convegno-confronto con mamme e ragazzi

In occasione della giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, a Casa Cultura Santa Caterina si è tenuto il convegno “Autismo io sono consapevole e tu?”, organizzato dal Comune di Monreale in sinergia con l’associazione “Con.Vi.Vi l’Autismo”. “L’incontro – ha spiegato Daniela Battaglia – non ha avuto la pretesa di spiegare cosa è l’autismo, bensì quello di confrontarsi sull’argomento presentando vissuti diversi ed emozioni toccanti. La voce delle mamme, nelle persone di Loredana Chiamone e Santina Alduina, è quella che ha rotto il ghiaccio”.

Mamme coraggiose che sono nate due volte, che hanno perso e ritrovato una nuova identità, tra le righe della “diagnosi” che identifica i loro figli. La loro vita incontra volti indifferenti e spesso la loro parola d’ordine è “scusa”. Si scusano per un gesto troppo irruento del figlio o un oggetto incautamente lanciato, si scusano per non poter organizzare un compleanno ai loro bambini, si scusano per non poter partecipare alle feste dei compagni di scuola o dei parenti. Si scusano con loro stesse per non poter essere eterne. Mamme coraggiose, che sperano solo di vedere i loro figli circondati da amici. La vita a scuola non è facile ma ti regala anche tante emozioni e tante soddisfazioni, soprattutto quando hai un figlio che in maniera meticolosa traduce il greco e con tanta umiltà è consapevole dei suoi progressi e del suo valore. La pandemia ha scritto la storia peggiore degli ultimi anni.

“Sul mondo della scuola ho cercato di accendere i riflettori in quanto referente per l’inclusione della scuola Margherita di Navarra – ha detto Daniela Battaglia -. Con grande entusiasmo e professionalità porto avanti la mia attività didattica lottando per garantire l’inclusione delle bambine e dei bambini con disabilità, colmando distanze e recuperando varietà e diversità dell’essere umano. Durante la pandemia la parola distanza è diventata ancora più profonda, si è tinta di nero! In alcune scuole i disabili sono spariti. Per non cedere al buio è stata attivata la didattica a distanza (DaD) che ci ha chiesto di tenere acceso il legame con i nostri allievi, con incertezze e i dubbi, in bilico tra ciò che è giusto e ciò che non lo è, ci siamo tenuti per mano”.

L’incontro ha visto la partecipazione del sindaco Alberto Arcidiacono con l’assessore Geppino Pupella. Il primo cittadini ha messo a disposizione le strutture comunali: “Non aspettiamo che arrivi la Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo per ritrovarci tutti insieme e per confrontarci ma invertiamo una tendenza, calendarizziamo questi incontri ogni mese per organizzare iniziative anche di sensibilizzazione all’autismo e di eventi che coinvolgano gli stessi ragazzi”.

La professoressa Daniela Balsano, moderatrice del convegno, ha portato avanti una riflessione su cosa è potuto accadere a questi ragazzi ai quali all’improvviso si è detto che non sarebbero andati a scuola, a fare sport, o qualsiasi altra attività. Giovanni Ferraro, assistente all’autonomia, ha auspicato un continuo confronto intessendo relazioni tra l’allievo e la classe in punta di piedi, con la delicatezza professionale che lo contraddistingue. Manuela Quadrante, docente, ha affermato che mai come in questo periodo storico, dalla legge 104 del 1992, abbiamo la possibilità di usufruire di una piena inclusione sul piano formale e concreto…quindi un cambio culturale è già in fieri.

La voce unanime che si è sollevata tra le fila del convegno è stata la preoccupazione per il futuro, che racchiude la fine del mondo scolastico, che comunque tra tentativi ed errori garantisce una piena esistenza all’allievo disabile con tutto ciò che gli spetta. E ancora più preoccupante è la voce delle mamme, per le quali il pensiero fisso è quello di non essere eterne.

Marina Bellomo, psicologa e psicoterapeuta, coordinatore area adulti con autismo Asp e formatore Fisdir, ha aperto uno spiraglio fatto di sport di responsabilità e di autonomia, prospettando allenamenti, vittorie, viaggi e soprattutto amici. Fuori dalle regole troppo fisse e da rituali della buona notte che durante gli spostamenti di squadra non sono garantiti. Progetti di vita a lungo termine, crescere. Così come è cresciuto Carlo, laureandosi, con tanta fatica e tanta determinazione, afferma la mamma Francesca Cutrona, diventando esempio, risorsa e non un problema chiuso dentro le pareti domestiche di famiglie lasciate sole.

 

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