Palermo

Mafia, confiscato patrimonio da 6 milioni di euro al “Re” delle scommesse

È stato confiscato per un valore complessivo di 6 milioni di euro, il patrimonio di proprietà di Benedetto Bacchi, detto Ninì. A dare esecuzione al provvedimento emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del questore di Palermo, la Polizia di Stato.

Nello specifico si tratta di 10 beni immobili, 7 società operanti nel settore edile e in quelle dei giochi e scommesse, delle quali alcune situate a Malta, 4 veicoli, 6 rapporti finanziari, una quota societaria e diritti di credito pari a 300 mila euro di una impresa operante a Terni. La figura di Bacchi, classe 1972, imprenditore attivo nel settore dei giochi e delle scommesse online, è emersa nell’ambito delle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Palermo relative all’operazione denominata “Game over”. Tale attività investigativa ha confermato l’esistenza di una forte e indissolubile compenetrazione tra l’attività dell’organizzazione mafiosa Cosa Nostra e la gestione e distribuzione sul territorio delle sale gioco e scommesse in seno alle quali, quotidianamente, si muove una mole di denaro, spesso sottratta a qualunque forma di controllo legale e fiscale, che rappresenta una delle più cospicue fonti di reddito degli ultimi anni per la stessa associazione criminale.

Le indagini hanno permesso di accertare come Bacchi, avvalendosi del sostegno offerto dalla famiglia mafiosa di Partinico ed in particolare di Francesco Nania, oltre che delle famiglie mafiose palermitane di San Lorenzo, Resuttana, Porta Nuova, Noce e Brancaccio, sia riuscito ad aggiudicarsi il mercato del gioco sul territorio palermitano in posizione di monopolio rispetto agli altri concorrenti. Lo stesso, nell’arco di un decennio, ha sviluppato e consolidato un circuito di scommesse e giochi online in grado di competere con i più importanti marchi nazionali, con la sostanziale differenza che il suo circuito, in questa rapida crescita è stato supportato da Cosa Nostra che gli ha consentito di limitare drasticamente la concorrenza e di ampliare al massimo la diffusione del suo marchio, in cambio di una partecipazione ai profitti e all’utilizzo dei canali finanziari del circuito delle scommesse e dei giochi a distanza per riciclare e occultare proventi di attività illegali. Secondo gli inquirenti la figura di Bacchi ha progressivamente assunto i caratteri dell’imprenditore che ha scelto come socio l’organizzazione mafiosa, scendendo a patti con i suoi esponenti.

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