“Storia dei restauri dei mosaici del duomo di Monreale dagli inizi del XIX alla fine del XX secolo”, è il libro di Cristina Sbacchi, architetto monrealese pubblicato a cura dell’associazione “Genius Loci Palermo”. Il volume sarà presentato oggi pomeriggio alle 18 presso il Palazzo Arcivescovile di Monreale e, sarà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook dell’Arcidiocesi.
“Sono lieto di partecipare alla presentazione del volume di Cristina Sbacchi – ha detto l’arcivescovo Pennisi –. Siamo grati a Cristina Sbacchi attenta studiosa dei restauri musivi del duomo di Monreale per questo prezioso volume, che ci racconta i restauri eseguiti nel XIX secolo e dai quali si evince quanto laborioso sia il processo di restauro, di questo straordinario tesoro definito “toto orbe terrarum celeberrimum et pulcherrimun”,oggi inserito nella lista del patrimonio dell’umanità dell’Unesco”.
“L’unione fra liturgia ed arte presente nel Duomo di Monreale segna il massimo livello di fioritura in Sicilia di una vivace stagione di sintesi tra la tradizione greco-bizantina e quella normanno-siculo-latina – ha aggiunto il Prelato -. Dietro il progetto del Duomo di Monreale, che è una specie di gigantesca iconostasi, c’è una compagnia di uomini, influenzati dai benedettini cluniacensi provenienti da Cava dei Tirreni , ma anche da artisti e artigiani greci, siculi, italici e arabi, fortemente motivati nel realizzare un’opera chiamata a sfidare il passare del tempo come veicolo di fede e di arte. Grande devozione e impegno misero gli artisti che lavorarono a Monreale, nell’illustrare gli episodi biblici della storia della salvezza a tutti coloro che varcavano la soglia della casa di Dio, come già si era sperimentato nella chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, nel Duomo di Cefalù e nella preziosissima Cappella Palatina“.
“La basilica d’oro di Monreale è stato ed è un cantiere sempre aperto con continui restauri, ristrutturazioni, lavaggi dei mosaici. Un evento drammatico per il duomo fu l’incendio del 1811 in seguito al quale il governo borbonico nel 1817 aprì un imponente cantiere di ricostruzione sotto la direzione della regia Deputazione dei restauri.L’opera dell’arch. Cristina Sbacchi, che nasce da una minuziosa ricerca archivistica da lei condotta al termine degli studi di Architettura presso l’Università degli Studi di Palermo, è di grande interesse scientifico. La lunga ricerca documentaria di tipo archivistico è stata portata avanti grazie alla disponibilità del prof. Giuseppe Schirò, archivista dell’nostro Archivio storico diocesano che gli ha permesso di consultare i dieci faldoni, divisi in cinque sezioni, intitolati “Il Duomo di Monreale cantiere permanente”.
“Ci auguriamo – ha concluso Pennisi – che la pubblicazione di quest’opera susciti una sinergia fra l’Arcidiocesi di Monreale proprietaria e custode del Duomo, la Fabbriceria, la Soprintendenza ai beni Culturali di Palermo, il Comitato di pilotaggio dei siti Unesco e altri Enti pubblici e privati per reperire le competenze e le risorse per una sollecita e tempestiva vigilanza attiva su questo monumento sacro che è un cantiere sempre aperto“.