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Cimitero dei Rotoli, mille morti insepolti, caos uffici e stop servizi nel weekend

Da almeno 28 mesi Palermo s’agita per venire a capo dell’emergenza che si è creata al cimitero dei Rotoli, dove il numero dei morti insepolti un paio di giorni fa ha superato quota mille (dopo essersi a lungo attestato intorno a novecento) e non c’è più neanche posto dove accatastare le bare, esposte alle intemperie invernali e alla canicola estiva. Riunioni, ordinanze, tre assessori al ramo (tra cui l’interim di sette mesi del sindaco Leoluca Orlando) non sono serviti a risolvere la situazione. L’amministrazione comunale negli ultimi nove mesi non è riuscita a trovare un addetto in grado di utilizzare un mezzo meccanico per procedere allo scavo nei campi d’inumazione individuati e consentire così il seppellimento dei morti. Se non di tutti, almeno di qualcuno.

La storia è raccontata dal consigliere del M5S Antonio Randazzo: “Non c’è un dipendente comunale che sappia guidare l’escavatore. Per mesi, in IV Commissione, abbiamo denunciato quanto accadeva, ma nessuno ci ha ascoltati”. I paradossi non finiscono qui: quaranta salme troverebbero posto nei loculi che si potrebbero liberare qualora il Comune si fosse ricordato di ordinare la gamma dei contenitori (degli appositi sacchi) per l’estumulazione dei resti mineralizzati, che vanno separati da altri materiali. Ad arricchire il quadro dei disservizi, la mancanza di fondi per il pagamento degli straordinari ai dipendenti dell’ufficio cimiteriale, che così nei weekend chiude, come se il sabato e la domenica le morti fossero proibite. Adesso, con l’intervento del prefetto, l’amministrazione ha trovato mille euro (il Comune non ha ancora il bilancio di previsione 2021) per consentire di mantenere attivo il servizio nei prossimi tre weekend. E poi? Non si dà pace l’ex responsabile dei servizi cimiteriali, Gabriele Marchese, che a Palermo è stato anche a capo della Polizia municipale: “Se da una parte ci sono mille salme che attendono degno riposo, dall’altra – assicura – ci sono tremila sepolture private libere che si potrebbero utilizzare”.

Anche sul forno crematorio (che non funziona da due anni e che costringe i parenti dei defunti a portare i propri morti a Messina o a Reggio Calabria), Marchese ha qualcosa da puntualizzare: “Nonostante sia vetusto, nel periodo della mia gestione aveva un funzionamento pressoché regolare, al netto di brevi interruzioni causate dal distacco di materiali nella camera di combustione. Le riparazioni avvenivano in due, tre giorni. Otto anni fa, quando andai via, c’era già il progetto di massima del nuovo cimitero, nonché l’analisi dei costi per la realizzazione di un nuovo forno crematorio. Perché tutto si è bloccato?”. Secondo la consigliera comunale Giulia Argiroffi, “alle gravissime colpe, omissioni e incompetenze di Leoluca Orlando e della sua pessima squadra, si aggiungono gli inaccettabili silenzi di chiesa, prefettura, Azienda sanitaria, sindacati, associazioni, società civile. Dove sono tutti quelli che dovrebbero gridare e invece tacciono?”. E per il senatore di Iv, Davide Faraone, “è la fine non solo di una stagione da archiviare ma anche dei principi elementari del vivere civile, perché dare degna sepoltura ai morti è il cardine della civiltà”. ANSA

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