Far conoscere la Divina Commedia in siciliano al maggior numero di persone: è questo l’obiettivo dell’evento organizzato dalla Pro Loco di Monreale e inserito nel calendario degli eventi di Natale. Nel corso dei secoli fra Dante e la Sicilia c’è sempre stato un rapporto ricco di significati e tensioni ideali. La Divina Commedia, così densa di ricordi letterari e storici sulla Sicilia, è sempre stata tra i libri che hanno composto la biblioteca ideale di ogni lettore siciliano.
Quest’anno le celebrazioni dantesche hanno ispirato un gran numero di iniziative, dettate anche dal desiderio di staccare i versi di Dante dai ricordi scolastici e renderli più vivi, più vicini alla sensibilità di oggi. Ci sono state le pubblicazioni destinate ai bambini, e anche a Monreale è stata presentata una Divina Commedia riscritta per i ragazzi in forma narrativa da una scrittrice come Anna Maria Piccione, che molte pubblicazioni ha dedicato ai lettori non ancora adulti.
Qualche lettore siciliano ha anche tradotto la Commedia nella propria lingua locale, e l’anno dantesco che si chiude ci invita a sapere qualcosa di queste traduzioni in siciliano. Del resto, basta una rapida ricerca per trovare diverse traduzione e davvero se ne ricava l’impressione che fra Dante e i siciliani ci sia un forte legame di cui anche le traduzioni sono testimonianza, proprio nel momento in cui rispondono all’esigenza di rendere i versi danteschi più facili e immediati.
Tra i traduttori della Commedia il primo in assoluto è il francescano messinese Paolo Principato, che lavorò nel lontano XVII secolo e di cui poco sappiamo. Poi con un salto di secoli incontriamo un altro messinese, Tommaso Cannizzaro, che quando non traduceva in siciliano usava scrivere i suoi versi in francese. Cannizzaro era un convinto fautore del valore non solo poetico, ma anche politico del siciliano: nel 1904, nella dedica della sua Commedia “ai Comuni di Sicilia”, ricordava che il siciliano era stato alle origini della lingua adoperata da Dante, poi divenuta lingua nazionale.
Una traduzione più recente è quella di Giovanni Girgenti, che fu direttore di una compagnia teatrale: tradusse in siciliano anche l’Eneide e fu autore di un dizionario siciliano/italiano; la sua Divina Commedia pubblicata nel 1954 è dedicata “ai siciliani sparsi in tutto il mondo”. Tra i traduttori di Dante c’è anche padre Domenico Canalella da Mussomeli, che oltre alla Divina Commedia ha volto in siciliano anche l’Iliade e l’Odissea; lo stesso percorso è stato seguito da Rosa Gazzara Siciliano, che in anni recenti ha pubblicato la versione in siciliano dell’Odissea e dell’Eneide oltre che della Divina Commedia.
La versione scelta per l’evento proposto dalla Pro Loco di Monreale e curato da Romina Lo Piccolo, che si presenta oggi pomeriggio alle 17 al salone Roma del Palazzo Arcivescovile (diretta streaming dalla pagina Facebook della Pro Loco), è la meno conosciuta in assoluto ed è quella del misilmerese Filippo Guastella, pubblicata nel 1923. A differenza di Cannizzaro, Guastella non era un letterato, era medico condotto di Misilmeri e partecipava a tutte le problematiche del suo paese: fu tra i promotori del movimento cooperativo agricolo in Sicilia, fondò e diresse la Cooperativa agricola di Misilmeri, scrisse un saggio sul colera che nel 1911 aveva colpito Misilmeri. La sua traduzione della Divina Commedia è dedicata alle figlie Nannina e Ninfa, e Guastella traccia un delicato quadretto familiare quando, proprio nella dedica, scrive che le ragazze avevano partecipato alla traduzione che definisce “lieta occupazione delle lunghe sere invernali, attorno al focolare domestico”. L’obiettivo di Guastella era di far conoscere la Commedia di Dante al maggior numero possibile di lettori, offriva la sua traduzione soprattutto a chi non aveva grandi studi alle spalle. Obiettivo raggiunto, le sue terzine dantesche erano molto popolari e l’opera venne anche premiata dal Ministero dell’Educazione Nazionale.
Oggi, nell’evento organizzato dalla Pro Loco la lettura dei passi scelti sarà introdotta da giovani studenti: a loro, alle loro parole, è affidato l’impegnativo compito di rinnovare il legame tra Dante e la Sicilia. L’ingresso è libero ma per partecipare all’evento è obbligatorio il super green pass.