Si chiude con l’intervenuta prescrizione il processo penale per reati ambientali a carico di ex liquidatori e dirigenti della fallita società Alto Belice Ambiente AtoPa2. Le condotte contestate a vario titolo agli imputati risalgono agli esiti di una verifica ispettiva eseguita congiuntamente dai carabinieri del Noe e dalla Provincia di Palermo il 5 aprile 2013 presso la discarica di rifiuti urbani sita in Contrada Termini Incarcavecchio nel territorio di Camporeale, chiusa ai conferimenti già dal luglio 2008.
Nonostante la discarica non fosse più in esercizio, era stata sottoposta nel 2010 ad un provvedimento di sequestro a seguito di un grave incendio divampato nell’area dell’impianto e la sua gestione era già costata un processo penale a carico dell’amministratore pro tempore. Questa volta, invece, a finire sul banco degli imputati sono stati gli ex liquidatori Roberto Terzo, Franco Vetrano e Gioacchino Castronovo insieme ai dirigenti Valentina Messina, Antonino Rizzo e Giuseppe Di Martino.
Secondo la Procura gli imputati avrebbero violato, nelle rispettive qualità e per le rispettive competenze, le prescrizioni contenute nell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata dall’Arta nel 2007 relative al controllo delle acque, alla gestione del percolato, al controllo dei biogas e a tutte le altre prescrizioni finalizzate a impedire o ridurre fenomeni di inquinamento ambientale all’interno dell’impianto. I reati contestati erano quelli del Testo Unico Ambientale, ma la Terza Sezione Penale del Tribunale di Palermo, nella persona del giudice Maria D’Antonio, ha ritenuto di dover dichiarare l’estinzione dei reati per intervenuta prescrizione, essendo decorsi i termini massimi previsti per legge.
“Infatti – spiegano i legali – poiché “i fatti contestate risalgono al 5 aprile 2013, anche tenuto conto delle ulteriori sospensioni dei termini prescrizionali, si evince che la prescrizione è maturata in data 5 dicembre 2018 e dal quel momento i reati contestati risultano definitivamente prescritti”.
“L’AtoPa2 – ha dichiarato Roberto Terzo – aveva solo compito gestori di un impianto non più in esercizio che per essere posto in sicurezza anche in regime di emergenza (MISE) necessitava di significativi interventi finanziari e come è noto la situazione economica della società d’ambito era ed è sotto gli occhi di tutti ma l’ente proprietario della discarica che aveva la disponibilità dei fondi per la gestione del cosiddetto post-mortem dell’impianto era il Comune di Camporeale che non ha mai messo effettivamente a disposizione i finanziamenti necessari”.
“Sto valutando insieme ai miei legali di fiducia, gli avvocati Mario Caputo e Nicola Nocera, che comunque ringrazio per la puntualità, la professionalità e il grande impegno profuso, l’opportunità di rinunciare alla prescrizione per affrontare nel merito le accuse. Riteniamo aberrante – chiosano i legali – che nonostante anni di indagini e ben 13 udienze non si sia riusciti ad ascoltare un solo testimone della difesa degli imputati o ad acquisire elementi tecnico-contabili idonei a dimostrare l’assoluta estraneità alle gravi accuse contestate al nostro assistito. Nonostante la prescrizione fosse maturata già il 5 dicembre 2018 sono state celebrate udienze per i tre anni successivi”.