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Giornata europea delle Fondazioni, murales dei sogni a Palermo

PALERMO (ITALPRESS) – Sono 120 i luoghi in tutta Italia in cui si è festeggiata la Giornata Europea promossa da Acri, l’associazione che riunisce le fondazioni di origine bancaria, dal titolo “#nonsonounmurales. Segni di comunità”. A Palermo per l’iniziativa è stata scelta la Comunità Educante Evoluta Zisa Danisinni, identificata da Fondazione Sicilia per il suo alto valore simbolico.
“Quasi tutte le città della nostra Sicilia sono caratterizzate da alcuni quartieri, sia nel centro che nelle periferie, che vivono un forte degrado, dove c’è un alto tasso di criminalità, di disoccupazione e soprattutto di povertà educativa – ha detto il presidente di Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore -. Oggi abbiamo voluto fare il murales qui, ai Danisinni, perchè è una realtà in cui, partendo dal territorio, chi vive in questa zona, ha dimostrato che si può sperare in un futuro diverso”.
Il riferimento è chiaramente a Fra Mauro che gestisce con grande impegno e dedizione la fattoria di Danisinni, in cui è stato realizzato un murales a sostegno del progetto, frutto di un lavoro di squadra e simbolo della ripartenza: “E’ un’iniziativa dal segnale fortemente simbolico, ci dice che tutti insieme possiamo realizzare la cura del processo educativo e far sì che i bambini possano crescere in un contesto sano e con strumenti funzionali a coltivare un sogno – ha sottolineato Fra Mauro -. Oggi sono presenti diversi bambini il processo della comunità educante sta portando i suoi frutti”. Grande soddisfazione per la riuscita del progetto anche da parte dell’assessore alla Scuola del Comune di Palermo, Giovanna Marano: “E’ un giorno importante. Le fondazioni hanno un ruolo etico importantissimo e decisivo nel contrasto alle povertà educative. Tutto parte dal murales e si arriva a ciò che significa realmente: ovvero, arte, bellezza e natura. Io attribuisco un grande valore simbolico anche al fatto di realizzarlo in questo quartiere e in questa comunità. E’ stato messo in moto un processo che ha tutti i requisiti per essere una buona pratica di pedagogia civica. Vedere qui tanti bambini mi ha emozionato perchè a questi bambini – a causa della pandemia – è stata negata la dimensione del gruppo, la fisicità, del contatto. Oggi per bambini e bambine si sono riattivati i desideri, i sogni”.
(ITALPRESS).

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