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Trentasei anni fa la mafia uccideva Beppe Montana: il cacciatore di latitanti

Una cerimonia in memoria del Commissario della Polizia di Stato Giuseppe Montana, si è tenuta sul lungomare di Porticello dove, il 28 luglio di 36 anni fa, il valente investigatore fu ucciso dalla mafia. L’eliminazione di Montana inaugurò un’estate di sangue e dolore per la Polizia che, a Palermo, in soli dieci giorni, fu privata di tre dei suoi migliori uomini ed investigatori della Squadra Mobile, caduti a seguito della violenta reazione mafiosa all’incisiva azione condotta da Montana, Cassarà ed Antiochia, in nome della legge e per conto dello Stato.

Il Questore di Palermo, ha deposto una Corona di alloro sulla stele in marmo dedicata al ricordo a Montana. A conclusione della deposizione, la benedizione da parte del Cappellano della Polizia di Stato di Palermo, Don Massimiliano Purpura. Lo Stato ha onorato l’estremo sacrificio di Beppe Montana conferendogli, il 26 settembre 1986, la Medaglia d’Oro al Merito Civile, con la seguente motivazione: “Sprezzante dei pericoli cui si esponeva nell’operare contro la feroce organizzazione mafiosa, svolgeva in prima persona e con spirito d’iniziativa non comune, un intenso e complesso lavoro investigativo che portava all’identificazione e all’arresto di numerosi fuorilegge. Sorpreso in un agguato, veniva mortalmente colpito da due assassini, decedendo all’istante. Testimonianza di attaccamento al dovere spinto fino all’estremo sacrificio della vita. Palermo, 28 luglio 1985″.

“Il commissario Beppe Montana faceva parte di un gruppo di investigatori coraggiosi le cui intuizioni segnarono un punto di svolta nella lotta alla mafia. In anni difficili, in cui Cosa Nostra aveva il volto delle istituzioni, Montana con spirito di servizio e grande coraggio riuscì a raggiungere importanti risultati, che portarono all’arresto di pericolosi latitanti. Non solo repressione del fenomeno mafioso ma anche antimafia sociale. Montana, infatti, fu tra i primi a promuovere nelle scuole la cultura della legalità. Oggi ricordarne il sacrificio è un atto d’impegno per tutti. Per non dimenticare mai l’esempio di Montana e degli uomini e delle donne vittime della violenza mafiosa in un clima soffocante favorito da pezzi dello Stato che, collusi col potere mafioso, li hanno isolati e condannati a morte”. Le parole del sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

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