Quella festa partita quasi spontanea ieri in circonvallazione, ha un duplice significato. Ieri sera è tornato in funzione l’impianto di illuminazione pubblica della circonvallazione di Monreale. Sul posto c’erano tutti, dal sindaco Alberto Arcidiacono, agli assessori, e perfino dei consiglieri comunali. Era una giornata, pardon, una serata storica. Ed è stata una grande vittoria dell’amministrazione Arcidiacono che da poco ha tagliato i due anni dalle elezioni. Come ci diceva lo stesso primo cittadino in un’intervista esclusiva che ci ha concesso, a Monreale torna la luce. Ed è vero. A Monreale torna la luce. Ma in tutti i sensi.
Perché ripristinare un impianto di illuminazione vetusto e vandalizzato, nella cittadina normanna non è la normalità. Tanto che era spento da quasi dieci anni. Non ci sono riusciti i sindaci Filippo Di Matteo (l’impianto si spense durante la sua sindacatura), né Piero Capizzi. E così quest’impianto era diventato oggetto di campagna elettorale. Ieri tutti erano molto emozionati. Anche i cittadini che transitavano per la circonvallazione erano straniti. Perché a Monreale ci si abitua in fretta. Anche alle storture, alle cose brutte, alle cose che non funzionano. La normalità è una buca non riparata, una perdita di acqua infinita, erbacce, rifiuti. Vedere una strada rifatta per bene, poche discariche in giro, cantieri nei quartieri ci fa emozionare. Attenzione: non vuol dire che da quando c’è Arcidiacono tutto funzioni perfettamente. Non è così. E lo sa lo stesso sindaco, da persona intelligente qual è. A Monreale c’è ancora tanto (ma tanto) da fare. Ma c’è una luce. E torna il nostro paragone con l’accensione di ieri sera. Sì, c’è una luce che non è più in fondo al tunnel. E’ un po’ più vicina.
Certo bisogna dire che Arcidiacono probabilmente è stato furbo a circondarsi di gente preparata, che conosce la macchina amministrativa, ma soprattutto che ha una gran voglia di fare. Gente come l’assessore Geppino Pupella è un tesoro da custodire gelosamente. E una ritrovata armonia con la Regione siciliana probabilmente ha fatto il resto… Gli altri sindaci non lo hanno fatto? Non sta a noi dirlo, ma parlano i fatti. A Monreale si respira davvero aria di cambiamento. Lo dicono i cantieri nei quartieri Ciambra e Carmine. Lo dicono i lavori pubblici già fatti e ancora da realizzare. Lo dicono gli eventi che presto saranno svelati. Certo, come detto, non è tutto rose e fiori. C’è una città da ricostruire. O meglio da riaddobbare. Perché Monreale è celebre nel mondo. E ha tanto da offrire. Allora bisogna tirar fuori dall’armadio il vestito bello, quello da indossare nelle occasioni speciali. Solo che noi questo vestito bello vogliamo tenerlo addosso per sempre. Basta abituarsi alle storture, alle cose che non funzionano, brutte. Abituiamoci al bello, a mostrare solo il nostro lato positivo. Non come abbiamo imparato a intenderlo in questi difficili mesi di pandemia. Ma nel suo significato originale. Arcidiacono e i suoi uomini, adesso, sono chiamati a dimostrare che non sono un bluff. Che davvero il cambiamento è possibile. Ma non sarà facile..
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