Si è tenuta questa mattina presso l’Ufficio del Giudice per le indagini preliminari del tribunale d Palermo, l’udienza per la convalida del fermo di polizia dell’agricoltore 51enne arrestato a Grisì dai carabinieri per produzione, traffico, detenzione illecita di sostanze stupefacenti e furto aggravato. I militari, grazie alla profonda conoscenza del territorio, hanno scovato durante un servizio antidroga, ben 2.000 piante di “cannabis indica”, del tipo “nano”, celate in mezzo alla vegetazione. La piantagione, in contrada Grassure-Airoldi, era munita di un efficiente impianto di irrigazione allacciato abusivamente alla rete elettrica pubblica, così come confermato da una squadra di tecnici verificatori Enel intervenuta sul posto.
Il Pubblico Ministero aveva chiesto la custodia cautelare in carcere in quanto sussistente il pericolo di reiterazione del reato. Il Giudice al termine della udienza ha accolto le richieste della difesa composta dagli avvocati Salvino Caputo, Francesca Fucaloro e da Giada Caputo e, sostituito la misura della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari presso la abitazione familiare. “Nei prossimi giorni valuteremo – hanno affermato i legali – dopo avere avuto piena visione degli atti processuali le iniziative difensive da porre in essere stante lo stato di incensuratezza”. La difesa di S.M. , ha sottolineato lo stato di incensuratezza dell’indagato e l’inesistenza del pericolo di reiterazione, in quanto basta la misura degli arresti domiciliari per eliminare tale pericolo.