“Nessuna diffamazione”. Così ha deciso il Gip Angela Lo Piparo che ha chiuso e archiviato il procedimento partito dalla querela per diffamazione fatta dall’assessore Nicolò Benfante nei confronti di Alberto Petta (nella foto), ex presidente del consiglio comunale di Piana degli Albanesi. All’epoca dei fatti, Benfante ricopriva l’incarico di assessore al bilancio sia presso il comune di Belmonte Mezzagno che presso il comune di Piana degli Albanesi. Per questa circostanza l’ex presidente Petta, aveva presentato un esposto all’assessorato delle Autonomie locali e della Funzione Pubblica della Regione siciliana, affinché venisse dichiarata l’incompatibilità tra le due cariche rivestite da Benfante. L’Assessorato regionale, ritenendo fondato l’esposto e le ragioni dell’incompatibilità, attraverso una contestazione ufficiale aveva intimato a Benfante di optare per una delle due posizioni entro 10 giorni.
Poiché Benfante non si dimise entro il termine e trattandosi di fatti rilevanti dal punto di vista politico, Petta portava questi fatti a conoscenza di tutta la cittadinanza attraverso un video molto duro su Facebook, adducendo motivazioni di carattere anche erariale. Il giudice, facendo proprie le argomentazioni espresse dall’avvocato Giorgio lo Verde, difensore di Petta, ha ritenuto quelle espressioni utilizzate dall’ex presidente aspre e astiose nei confronti della persona presunta offesa, ma comunque non sufficienti a integrare il reato di diffamazione. La difesa ha, infatti, smontato punto per punto le ragioni della querela, affermando che tutte le frasi di Petta hanno natura di critica politica su notizie vere e rilevanti all’epoca dei fatti, affermazioni che vanno contestualizzate all’interno dell’agone politico di Piana. Per di più i riferimenti in merito a possibili danni erariali sono stati evidenziati dalla contestazione ufficiale dell’Assessorato e l’incompatibilità, già rilevata dall’organo regionale, è stata confermata perfino da un provvedimento legislativo dell’assemblea regionale approvato agli inizi di quest’anno.
“Questa archiviazione – ha dichiarato Petta – rappresenta l’ennesimo tentativo abortito di censurare la mia persona e le mie contestazioni rispetto all’operato dell’attuale amministrazione di Piana. Un ulteriore atto volto alla limitazione del diritto di critica dopo aver fatto sciogliere il Consiglio Comunale e aver impedito il libero dibattito istituzionale nonché il confronto democratico fra le parti politiche. Sono certo che Benfante trarrà una bella lezione di umiltà da questa vicenda ma soprattutto imparerà che la critica politica è un presupposto fondamentale e un diritto inviolabile che può essere esercitato da qualsiasi cittadino e a maggior ragione da chi è stato legittimato da un voto popolare senza precedenti nella storia di Piana. Ho sempre fatto politica esprimendo le mie idee con forza e a volte con toni radicali, ma sempre senza scadere nelle offese personali e nel rispetto dell’avversario politico e ancora una volta questo mi viene riconosciuto da un chiarissimo provvedimento del Giudice”.