“Proprio questo i terroristi volevano colpire: lo studio delle trasformazioni economiche e sociali, la libera discussione orientata alle migliori scelte politiche e legislative, l’incessante ricerca di punti di equilibrio tra i molteplici interessi al fine di garantire sviluppo e coesione sociale – aggiunge -. Nel delirio ideologico della banda brigatista, dovevano essere spezzati quei fili che collegavano le Istituzioni alla società, le decisioni politiche al necessario fondamento di competenze, di confronto intellettuale, di connessione con le aspirazioni delle parti sociali. Come Biagi furono barbaramente uccisi Ezio Tarantelli, Roberto Ruffilli, Massimo D’Antona che non possiamo non ricordare insieme, perchè li accomunavano la passione negli studi e la generosità dell’impegno pur nelle differenze che rendono viva la democrazia”.
“Il terrorismo è stato sconfitto dall’unità del popolo italiano e dalla consapevolezza che la libertà e i principi sanciti dalla Costituzione restano la cornice indispensabile di ogni progresso civile e sociale. Il fanatismo e l’odio portano sempre all’imbarbarimento e al declino: è questa una lezione che viene dai momenti più difficili della nostra storia e che mai va dimenticata”, conclude il capo dello Stato.
(ITALPRESS).