Uno dei canali per riciclare il denaro delle attività illecite della famiglia mafiosa dei Fontana era il business in nero degli orologi di lusso. Questo hanno scoperto i finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza che oggi ha portato all’esecuzione di 15 misure cautelari nei confronti degli affiliati alla famiglia del rione palermitano dell’Acquasanta. Il blitz di questa mattina, prosecuzione “finanziaria” della maxi operazione dello scorso maggio che portò in carcere 90 affiliati del clan Fontana, è scattato dopo la scoperta del sistema di riciclaggio in Lombardia del fiume di denaro provente delle attività illecite a Palermo. I provvedimenti sono stati emessi dal gip dell tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia – coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca.
Le complesse indagini costituiscono la prosecuzione dell’operazione “Mani in pasta” (maggio 2020) nel cui ambito il Nucleo Speciale Polizia Valutaria aveva inferto un duro colpo al clan Fontana, eseguendo in tutta Italia 90 misure cautelari personali nei confronti di altrettanti soggetti a vario titolo indagati per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, reimpiego di capitali illeciti, esercizio abusivo di giochi e scommesse ed altri reati contro la persona e il patrimonio.
Le misure sono state eseguite questa mattina nei confronti di 15 soggetti di cui uno destinatario di custodia cautelare in carcere, 11 sottoposti agli arresti domiciliari e 3 destinatari del divieto di espatrio e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini hanno consentito di accertare gravi elementi a carico degli indagati, alcuni dei quali della famiglia Fontana – storicamente egemone nei quartieri palermitani dell’Acquasanta e dell’Arenella del mandamento mafioso di Resuttana – in parte stabilita da anni a Milano. Gravi elementi riguardanti il reimpiego di ingenti risorse finanziarie (provenienti dai reati commessi nel territorio palermitano) nel lucroso business del commercio “in nero” degli orologi di lusso, destinati a facoltosi clienti, ponendo in essere artificiose operazioni finanziarie anche con l’estero, grazie a una fitta rete di relazioni d’affari con numerosi soggetti, tra cui stimati operatori del settore compiacenti (esercizi di “compro-oro” e gioiellerie ubicati su Londra, Milano, Roma e Palermo).
Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di favoreggiamento personale, riciclaggio, autoriciclaggio, con l’aggravante del reato transnazionale, nonché quella di aver favorito il perseguimento degli scopi illeciti di “Cosa Nostra”. É stato effettuato il sequestro del patrimonio e del complesso aziendale di 1 gioielleria di Milano e 1 compro-oro di Palermo nonché dei saldi attivi di rapporti finanziari fino a concorrenza di 2,6 milioni di euro. Le operazioni sono in corso in Sicilia, Lombardia, Piemonte, Toscana e Friuli Venezia Giulia, con il supporto dei Nuclei di polizia economico-finanziaria di Milano, Torino, Palermo, Pordenone e Grosseto.
View Comments