“Tenendo distinti gli ammortizzatori che si applicano a rapporto di lavoro in corso da quelli che intervengono in caso di cessazione, c’è la necessità – aggiunge Casasco – di andare verso un ammortizzatore sociale ‘unicò finanziato attraverso una contribuzione da parte di tutti i settori produttivi. Anche per frenare il ricorso ‘sistemicò alla cassa integrazione in deroga, che pesa sulla fiscalità generale. Nuove politiche attive realmente efficaci e formazione continua possono aiutare a riqualificare la forza lavoro eventualmente in uscita dalle aziende. In questo senso potrebbero giocare un ruolo strategico i fondi interprofessionali, se rafforzati da un loro collegamento diretto ai sistemi della rappresentanza, che ne aumenti la qualità e ne riduca il numero”. Sui licenziamenti “a nostro avviso – spiega – è necessario attivare un tavolo tecnico con le parti sociali, per individuare le fattispecie selettive che ne consentano uno sblocco parziale. Auspichiamo dunque un confronto per individuare le giuste aree di intervento, anche in considerazione della ricaduta delle misure emergenziali sui vari settori coinvolti”. “Allo stesso tempo – continua Casasco – va fatto necessariamente qualcosa anche sul versante della flessibilità, per esempio estendendo oltre il 31 marzo la possibilità di prorogare i contratti a termine senza causale. Infine, salute e sicurezza possono e devono essere coniugate anche e soprattutto nei luoghi di lavoro, per questo abbiamo ricordato al ministro la nostra proposta di rendere le aziende punti di snodo fondamentali nella campagna di vaccinazione, in collaborazione con i medici del lavoro e i sindacati”, conclude Casasco.
(ITALPRESS).