Il primo progetto di arredo urbano che Monreale non aveva mai avuto è stato redatto e donato all’amministrazione Arcidiacono, dall’architetto Giulia Pellegrino. La progettista dopo la laurea con il massimo dei voti, ha acquisito grande esperienza e professionalità nel corso dei suoi studi e delle sue specializzazioni nella progettazione architettonica e nel paesaggio tra Milano, Torino, Parigi e Palermo. Ha Collaborato con l’università degli Studi di Palermo e attualmente è titolare di uno studio di progettazione architettonica e paesaggistica che interviene su scala urbana.
Per l’architetto monrealese il tema dell’arredo urbano rientra a pieno titolo fra i fattori determinanti che contribuiscono a costruire l’identità di una città e del suo territorio. La sua idea progettuale per il centro storico, parte dall’osservazione della città e tiene conto dei due progetti di riqualificazione della Ciambra e del Carmine, che l’architetto Pellegrino ha percepito come una grande opportunità per ripensare il centro di Monreale come una sinergia di sistemi piuttosto che per punti disconnessi.
Il progetto interesserà piazza Guglielmo II, piazza Vittorio Emanuele, Via Benedetto D’Acquisto, via Torres, via Odigitria, piazzetta Vaglica, via Roma. Verranno installate sedute, fioriere, dissuasori, cestoni e verrà curato l’arredo dei bar che occupano il suolo pubblico e che fanno da prospetto alle vie e piazze del paese. Verrà risistemata inoltre l’aiuola centrale di Piazza Guglielmo II dove è situata la statua della Madonna dell’Immacolata che rimarrà l’unica protagonista della scena.
“Il materiale scelto per le fioriere è il marmo – spiega la Pellegrino – In un contesto prettamente lapideo con il billiemi, i mosaici e la pietra a faccia vista del Duomo, il materiale dell’arredo è venuto da sé. La scelta dei colori, delle forme e del trattamento delle superfici sono poi la chiusa del progetto. Panche bianche con sfumature grigiastre in rimando al billiemi della pavimentazione delle strade, fioriere color rosso verona con rimando alla copertura della Cattedrale, al cotto dell’antivilla e della villa. Le finiture delle superfici sono per alcuni elementi levigate, per altre bocciardate per far sì che la luce, riflettendovi in modo diverso, diventi l’ulteriore elemento architettonico del progetto. Una chicca riguardo le fioriere più grandi: la scelta progettuale è di inserirvi degli alberi di carrubo. Un ritorno alla storia e alla leggenda. Il carrubo rappresenta infatti per Monreale l’inizio del sogno e vederlo lungo le nostre vie sarebbe un continuo ringraziamento e tributo”.
Ogni elemento funzionale e non, è posto in punti strategici, studiati per qualificare senza gridare, per gestire la fruizione degli spazi senza esserne d’intralcio, per essere messo l’uno a sistema con l’altro e tutti quanti, nel loro insieme, contestualizzati in un rapporto reciproco di materiali, di cromie e di scala. “Grazie a questa idea progettuale – ha dichiarato il sindaco Alberto Arcidiacono – siamo riusciti per la prima volta a creare un unico progetto di arredo urbano di qualità, vivibile e ordinato che può contribuire a migliorare l’aspetto della nostra città ma anche a fare acquisire ai cittadini una diversa consapevolezza degli spazi pubblici e del loro valore. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare il senso di responsabilità verso questi stessi spazi, il senso di condivisione, di rispetto e quindi d’identità. Tutti valori cardine da cui è necessario partire se si vuole vivere una città civile e urbana”.
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