Dietro l’agenzia di moda una vera il fiorente giro di prostituzione gestito dal monrealese Francesco Pampa e dal palermitano Massimiliano Vicari titolari rispettivamente delle agenzie Vanity models management e la Max services agency. A far partire le indagini, il racconto di una vittima che oggi ha 20 anni (al momento sono cinque le vittime individuate dagli inquirenti). “Per ogni rapporto sessuale mi davano dai cento ai centocinquanta euro… mi avevano fatto il lavaggio del cervello… mi sento sporca… ho avuto rapporti sessuali con Francesco e Max… e non soltanto con loro, anche con altre persone che non conosco nemmeno… ma so per certo che erano pieni di soldi…”.
Questa è solo una parte del racconto di una delle vittime dei due impresari. Uno sfogo durato ore in un giorno di agosto del 2019 che ha portato poi alla denuncia da parte della madre e al via dell’indagine da parte della squadra mobile di Palermo guidata da Rodolfo Ruperti e coordinata dal procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e dal sostituto Sergio Mistritta. Ragazze anche di appena 15 anni, costrette a prostituirsi se volevano avere una chance di sfondare nel mondo dello spettacolo. Una denuncia confermata poi dalle dichiarazioni della giovane che ha iniziato a lavorare con i due uomini all’età di 15 anni. La giovane vittima ha raccontato agli investigatori di essere stata “iniziata” quasi subito da Pampa che l’ha poi proposta al socio Vicari e in seguito indotta a concedersi ad uomini più grandi, clienti dell’agenzia o semplicemente a coloro che partecipavano agli eventi legati alla moda.
L’ordinanza del gip contiene tanti nomi di uomini che avrebbero pagato per avere rapporti sessuali con le giovani modelle delle agenzie. Secondo il racconto della ragazza, sarebbe stato prima Pampa e poi anche Vicari, a gestire incontri e appuntamenti, anche due a settimana con lei e altre ragazze che a fine giornata incontravano i clienti proprio in agenzia. Ma non solo, gli appuntamenti si sarebbero svolti anche in alcuni B&B della città, e perfino in una casa nelle campagne di Monreale.
“Non ne parlate mai per telefono”, diceva Pampa alle ragazze. La giovane ha ricordato un incontro a pagamento con Pampa e Vicari in un b&b del centro, al quale avrebbe partecipato anche un’altra ragazza. Tra i clienti anche “un uomo anziano e bruttissimo, con la pancia e i denti sporchi”, ha detto la ragazza agli investigatori. Sarebbe stato Pampa ad accompagnare lei (e poi anche altre giovani) in una casa di campagna a Monreale per incontrarlo ripetutamente.
La giovane ricorda anche il primo rapporto completo con Pampa, avvenuto secondo il suo racconto in un parcheggio di Capaci dopo una serata in un locale. Lui le avrebbe dato 50 euro e, riaccompagnandola a casa, le avrebbe detto “Vedi? Non è successo niente, sei viva!”. Da quella sera secondo il racconto della giovane sarebbe iniziato per lei un calvario, fatto di rapporti anche tre volte a settimana con i due titolari. Avvenivano in via Catania a fine giornata. Pampa e Vicari avrebbero aperto una bottiglia di vino e così sarebbero iniziati i rapporti a pagamento con i due, che le avrebbero dato 50 euro a testa dopo ogni incontro, che avvenivano prima con uno e poi con l’altro. Una sola volta l’avrebbe fatto con entrambi, ma non le era piaciuto e non sarebbe più accaduto.
“Ero un loro oggetto, se volevano che mi girassi, me lo chiedevano, se volevano che stessi in piedi, la stessa cosa, se volevano un rapporto orale idem”. “A volte – ha riferito la ragazza – uno guardava l’altro durante gli amplessi con lei e viceversa”. Gli incontri per lei sarebbero andati avanti fino all’estate del 2017. Poi aveva intrapreso una relazione sentimentale con una coetanea (coinvolta anche lei nel presunto giro di prostituzione) e fino a dicembre del 2018, quando la relazione era terminata, aveva sospeso gli incontri a pagamento. “Ma poi ci sono ricascata”, dice.
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