Sono accusati di aver truffato tra il 2014 e il 2018, l’Asp di Palermo mediante un sofisticato “sistema” di sovra-rendicontazione-fatturazione di prestazioni di laboratorio (metodiche di analisi non congrue rispetto alla finalità di ricerca o alle capacità tecniche del laboratorio, mancanza di prescrizioni mediche specifiche, test non eseguiti, sovra-rendicontazione della prestazione ecc.). Su delega della Procura della Repubblica di Palermo, i finanzieri del Comando provinciale di Palermo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip nei confronti degli amministratori di un laboratorio di analisi accreditato e contrattualizzato con l’Azienda Sanitaria Provinciale, A.D.D. (cl. 45) e G.C. (cl.86) madre e figlio, ai quali è stato applicato il divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, per la durata di un anno.
Con il medesimo provvedimento il gip ha disposto il sequestro preventivo di circa 300 mila euro, quale profitto del reato. La società è stata segnalata per responsabilità amministrativa degli enti per aver tratto un indebito profitto dalla truffa commessa nel suo interesse da parte degli indagati. Le indagini, svolte dagli specialisti del Gruppo tutela spesa pubblica del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo ed innescate da una segnalazione della locale Azienda Sanitaria Provinciale a seguito di un preliminare controllo amministrativo, sono state svolte anche con l’ausilio di personale qualificato del Centro regionale qualità dell’assessorato regionale della Salute.
I militari hanno accertato che i dipendenti del laboratorio suggerivano direttamente o indirettamente (tramite i pazienti) ai medici di base codici erronei del nomenclatore regionale da inserire nelle ricette, così consentendo la rendicontazione di esami inutili o non compatibili con le caratteristiche del laboratorio al solo fine di far lievitare i costi delle prestazioni da fatturare in capo all’Asp. “La Guardia di Finanza – spiegano dal comando – nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica, continua ad operare quale polizia economico-finanziaria a forte vocazione sociale, assicurando – soprattutto in questo periodo di grave emergenza sanitaria con cui si sta misurando il nostro Paese – tutela della qualità e disponibilità delle prestazioni assistenziali a favore dei cittadini così come la tutela degli operatori economici onesti e rispettosi delle regole.
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