Un volume di scommesse clandestine di almeno 2,5 milioni di euro al mese. É quanto emerso dalle intercettazioni dell’indagine della Dda di Palermo che stamattina ha portato all’esecuzione di 15 misure cautelari e sgominato due organizzazioni criminali che gestivano le scommesse illecite tra la Sicilia e la Campania. A capo dei due gruppi, distinti e paralleli, Salvatore Rubino, promotore dell’attività illecita. Secondo gli investigatori, il primo gruppo criminale, capeggiato da Vincenzo Fiore e Christian Tortora, e composto da Salvatore Barrale, Maurizio Di Bella, Pasquale Somma e Giovanni Castagnetta, sovrintendeva all’operatività di una rete di agenzie, ognuna delle quali riconducibile a soggetti di fiducia, cosiddetti “master”.
La seconda organizzazione, che pure gestiva centri scommesse attraverso cui operava la raccolta illecita, aveva come figure di rilievo Rosario Chianello e Michelangelo Guarino e si avvaleva della collaborazione di Giovanni Di Noto, detto Gianfranco, già tratto in arresto in quanto ritenuto elemento di spicco della famiglia mafiosa della Noce. Di questo gruppo criminale facevano parte anche Davide Catalano, Giacomo Bilello, Pietro Montalto, Antonio Inserra e Salvatore Lombardo.
La raccolta illegale delle scommesse avveniva attraverso lo schermo di agenzie operanti regolarmente in forza di diritti connessi a concessioni assegnate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Secondo gli investigatori, “i gestori delle agenzie abilitate alla raccolta lecita di scommesse da banco, in accordo con le consorterie criminali indagate, alimentavano parallelamente un circuito illecito accettando scommesse in contanti dai clienti che venivano convogliate su conti gioco intestati a soggetti terzi mediante l’utilizzo di piattaforme straniere illegali”.
Con lo stesso provvedimento il gip ha disposto il sequestro preventivo di 6 agenzie di scommesse, a Palermo e in provincia di Napoli, per un valore complessivo stimato di circa un milione di euro. I militari della Guardia di Finanza in forza ai reparti di Palermo, Napoli e Salerno, stanno inoltre effettuando numerose perquisizioni in luoghi nella disponibilità degli indagati in Sicilia e in Campania.
Le complesse indagini costituiscono la prosecuzione dell’operazione “All in”, del giugno 2020, nel cui ambito le Fiamme Gialle di Palermo eseguirono misure cautelari personali nei confronti di 10 persone a vario titolo indagate per la partecipazione e il concorso esterno a Cosa nostra, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, questi ultimi reati aggravati dalla finalità di aver favorito le articolazioni mafiose cittadine; ed il sequestro preventivo di 5 “imprese mafiose” che avevano acquisito le concessioni statali rilasciate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per la raccolta di giochi e scommesse sportive, nonchè di tre ulteriori agenzie scommesse.