Il premio Nobel per la fisica 2019 Michel Mayor ha visitato la città di Monreale. Un’occasione anche per incontrare il sindaco Alberto Arcidiacono, cui è legato da rapporti personali. Dopo una breve visita al Duomo, dal quale il professore Mayor è rimasto incantato, l’accademico si è spostato in Sala Rossa, insieme alla delegazione composta dal presidente della fondazione Gal Hassin Giuseppe Mogavero, dalla responsabile della Fondazione Sabrina Masiero, dall’astrofisica Luciana Ziino e da Salvatore Virga. Dopo la visita, Arcidiacono e il segretario generale Francesco Fragale hanno fatto gli onori di casa e il fisico ha lasciato un messaggio sul Libro delle personalità che sono state in visita a Monreale.
Il premio Nobel a Palermo ha partecipato al seminario che si è tenuto all’Università degli Studi dal titolo “Other worlds in the universe: the quest for Earth Twins and maybe life”, con ospite d’onore proprio il professor Mayor.
Mayor, 77 anni, ha insegnato astronomia per tantissimi anni all’Università di Ginevra. Nel 1995 insieme con il collega Didier Queloz, 53 anni, ha scoperto 51 Pegasi b, il primo pianeta extrasolare orbitante intorno ad una stella simile al Sole. La loro scoperta è ritenuta importantissima perchè ha dato il via ad un modo di ricercare nuovo che ha permesso di individuare fino ad oggi nella sola Via Lattea, oltre 4000 esopianeti. Giovanni Peres, che insegna astronomia all’Università di Palermo, ha commentato questo lavoro iniziale del planetologo svizzero dicendo che si tratta di “un atto geniale nella sua semplicità. Mayor ha scoperto questo pianeta in una stella relativamente vicina a noi, osservando il suo moto apparente, cioè il fatto che si muoveva avanti ed indietro. Altro metodo utilizzato si basa sul fatto che il pianeta passa davanti alla stella, produce questa piccola ombra che noi riusciamo a misurare con una certa facilità”.
Michel Mayor, che si trova in Sicilia per ricevere il premio Gal Hassin, che annualmente viene assegnato dal Centro internazionale delle ricerche astronomiche di Isnello agli scienziati che si sono distinti nell’ambito della ricerca o della divulgazione delle scienze astronomiche, ha speso qualche parola a proposito delle future generazioni di ricercatori. “Questo campo di ricerca è estremamente giovane e molto aperto, per cui ci sono molte cose da fare, molte prospettive, un sacco di nuovi risultati da cogliere – ha sottolineato -. E certamente i giovani avranno l’opportunità di cogliere questi importanti risultati”.
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