Palermo ricorda il generale Dalla Chiesa: “Di lui tutti dobbiamo andare orgogliosi”

Redazione

Palermo - L'anniversario

Palermo ricorda il generale Dalla Chiesa: “Di lui tutti dobbiamo andare orgogliosi”
Nel 38° anniversario dell'assassinio la città ha ricordato il

03 Settembre 2020 - 12:23

“Qui è morta la speranza dei palermitani onesti”. Questa scritta anonima, comparsa in via Isidoro Carini all’indomani della strage in cui furono uccisi il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo, apparve come l’atto di resa di un popolo oramai piegato a Cosa Nostra. L’assassinio del generale dei carabinieri, inviato in Sicilia per arginare l’offensiva mafiosa, avvenne in quel 1982 considerato per Palermo l’annus horribilis per via del numero dei morti ammazzati. Era la sera del 3 settembre. Dalla Chiesa e la moglie, dopo essere usciti dalla Prefettura a bordo della A112 beige e seguiti dall’agente di scorta su una Alfetta, furono affiancati da un commando. I killer usarono una tecnica quasi militare, impiegando un Kalašnikov ak-47.

Cosa Nostra intendeva dichiarare guerra allo Stato che aveva inviato nell’Isola un servitore che aveva ottenuto straordinari risultati nei confronti del terrorismo. Quella strage concluse nel sangue i cento giorni del generale a Palermo; giorni di solitudine in quella Prefettura diventata quasi un opulente eremo. In un’intervista rilasciata a Giorgio Bocca, Dalla Chiesa si lamentò dell’assenza di quegli strumenti promessi dal governo nella lotta alla mafia. Nel giorno dei funerali, la cattedrale di Palermo fu sferzata dalle dure parole del cardinale Salvatore Pappalardo che citando Tito Livio condannò duramente le istituzioni. “Mentre a Roma si pensa sul da fare, la città di Sagunto viene espugnata dai nemici, e questa volta non è Sagunto ma Palermo. Povera la nostra Palermo”.

Nel 38° anniversario dell’assassinio, questa mattina è stata deposta una corona davanti al busto dedicato al generale Dalla Chiesa, presso il Comando Legione Sicilia, dove era presente, tra gli altri, il generale di corpo d’Armata Giovanni Nistri. Alle 9,30 in via Isidoro Carini, luogo del tragico evento, sono state deposte corone d’alloro dalle autorità civili e militari. A seguire in cattedrale una messa, officiata dall’arcivescovo Corrado Lorefice, in suffragio delle vittime. “Carlo Alberto Dalla Chiesa pescatore di uomini”, ha utilizzato il paragone evangelico con Simon Pietro l’arcivescovo Lorefice, durante la messa in cui è stato ricordato il sacrificio del generale.

“Come Simon Pietro – ha aggiunto Lorefice – Dalla Chiesa è rimasto fedele ad una chiamata. Lungo tutto l’arco della sua vita e nei diversi ambiti del suo servizio svolto nell’Arma dei Carabinieri dalle Api alle Piramidi, o come Prefetto di Palermo. Ha messo a disposizione la sua vita, la sua professione, la sua intelligenza, la sua esperienza, non temendo di gettare le reti in pieno giorno per combattere le organizzazioni mafiose e terroristiche, per liberare il nostro Paese dall’illegalità a dalla violenza. E con lui, come i compagni e soci di Simone venuti in suo aiuto, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo”.

“Il Prefetto Generale fu un vero pescatore di uomini – ha proseguito Lorefice – capace di affrontare con arguzia e professionalità gli abissi del male organizzato e pianificato da esseri brutali attraverso alleanze perverse, e di prendere il largo per salvare donne e uomini destinati alla vita, al bene, alla convivenza solidale e pacifica”. Dalla Chiesa fu “un uomo delle Istituzioni fedele al suo mandato: liberare gli uomini dalla sofferenza generata da altri uomini disumani, riscattare la città degli uomini dalle voragini infernali dei sistemi criminali paralleli allo Stato”. “Con lui – ha concluso l’arcivescovo – anche in questo nostro tempo, nella nostra Isola, nel nostro Paese, in questa casa comune che è la madre Terra, siamo tutti chiamati ad essere pescatori di uomini, soprattutto se indifesi, vessati e sfruttati. Lo dobbiamo a questi testimoni di autentica e bella umanità!”.

“Chi era Dalla Chiesa? Era semplicemente un carabiniere e un italiano di cui tutti dobbiamo andare orgogliosi”. Così il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri generale Giovanni Nistri, al termine della celebrazione in Cattedrale. “Vorrei parlare di Dalla Chiesa parlando della sua “carabinierità” – ha detto Nistri – Un comandante che sapeva accettare le proprie responsabilità, che aveva il coraggio delle proprie azioni, talmente amato che molto spesso nelle caserme che ho girato ho visto la sua fotografia”. Il generale ha poi sottolineato il “rispetto che Dalla Chiesa sapeva imporre ai propri uomini nei confronti dell’avversario, rispetto per la dignità umana, rispetto per l’integrità fisica”. Nistri ha anche ricordato il rapporto presentato da Dalla Chiesa nel 1973 alla Commissione Antimafia sottolineandone “la visione unitaria, organica e prospettica con cui finalmente veniva evidenziata la dimensione del fenomeno mafioso”. “Dalla Chiesa – conclude- aveva ben compreso come in prima linea sul fronte della lotta alla mafia, e di qualunque tipo di criminalità, ci fosse la cittadinanza, con i suoi diritti e i suoi doveri”.

Alla cerimonia in ricordo del generale Dalla Chiesa in via Isidoro Carini, anche il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Il ministro è giunto sul luogo dell’eccidio accompagnata dal prefetto Giuseppe Forlani e dal questore Renato Cortese. Presenti, tra gli altri, anche il sindaco Leoluca Orlando, il procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Lo Voi. Dopo avere deposto una corona il ministro si è spostato in Cattedrale per la funzione religiosa.

Dopo la funzione celebrata in Cattedrale, in via Vittorio Emanuele, i bambini dei quartieri Cassaro Ballarò, Danisinni, Capo e Albergheria hanno portato un omaggio floreale presso il cippo commemorativo dedicato al Generale, a seguire gli onori militari con l’esecuzione del “Silenzio”. La giornata commemorativa si concluderà alle 18 a Villa Pajno, con l’esibizione musicale della “Massimo Kids Orchestra” del Teatro Massimo.

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