La notte che ha sconvolto il territorio di Altofonte è ancora negli occhi di tutti. La gente guarda la Moarda e il viso si riga di lacrime. La Moarda non esiste più. Lo ha detto lo stesso sindaco del comune alle porte di Palermo, Angela De Luca. E anche lei, ai nostri microfoni, ha avuto un momento di commozione. Quella montagna, così verde e rigogliosa, è stata compagna di vita di tutti i residenti di oggi del paese. Luogo di incontri, di scampagnate, eventi o fughe romantiche. Oggi non c’è più. Distrutta per sempre dalla mano di qualche criminale. Adesso è tempo di voltare pagina. Ma quella montagna, ancora fumante e nera, rimane lì, maestosa a guardare dall’alto cosa adesso la politica regionale e nazionale, intenderà fare.
Non solo per mettere in sicurezza questo luogo, ma anche per concepire attività di rinaturalizzazione. Ci vorranno decenni perché torni a vivere il bosco della Moarda. Sui social si rincorrono iniziative come “Piantiamo un albero alla Moarda”. Ma non è una cosa da prendere in considerazione. In questo momento non è certo il caso di piantare alberi. I primi interventi serviranno a comprendere quali conseguenze ha avuto il fuoco su questi territori e soprattutto servirà capire se tutto è recuperabile o meno. Poi serve un piano di gestione forestale fatto da gente competente per individuare gli interventi sulla vegetazione esistente ed, eventualmente, interventi di rimboschimento per ripristinare la copertura forestale che è stata completamente distrutta dal fuoco. Ma solo dopo aver costatato la mancanza di processi spontanei di insediamento della vegetazione autoctona. Non è certo un intervento da fare nei prossimi giorni. Insomma va bene cercare di ricreare il bosco della Moarda, ma è necessario procedere per step e seguendo degli esperti.
Piantare tanti alberi non vuol dire fare un bosco. Il pericolo maggiore, in questo momento, è quello delle frane. Il terreno è troppo instabile, non più sostenuto dalle radici degli alberi completamente carbonizzati. Il rischio è che con le prime piogge tutto cada giù. Come ha detto il sindaco di Piana degli Albanesi Rosario Petta. Ora è il momento in cui la politica deve dimostrare di cosa è capace. Non servono le passerelle sui luoghi del disastro, ma serve agire in fretta. E qui il presidente Nello Musumeci ha una bella responsabilità. I contatti con Roma e il governo di Giuseppe Conte sono stati avviati. Vedremo adesso, in quanto tempo arriverà la risposta.