La Moarda non c’è più. Uno dei boschi storici di Altofonte è stato distrutto stanotte da un gravissimo incendio che, mentre vi scriviamo, continua ad imperversare sulle montagne che sovrastano il comune in provincia di Palermo. Adesso le fiamme stanno minacciando i comuni di Santa Cristina Gela e di Piana degli Albanesi. Oltre ad altre aree boschive che rischiano di essere distrutte per sempre.
Agosto, dunque, si conclude nel peggiore dei modi. Quest’anno il comprensorio monrealese è stato (di nuovo) devastato da gravissimi incendi. Dopo Casaboli, nel 2017 (il 3 agosto) e San Martino delle Scale nel 2019 (curiosamente sempre il 3 agosto), oggi la provincia di Palermo, ma diremmo l’intera Sicilia, perde un altro pezzetto di tesoro naturalistico. Anche stavolta la nostra redazione sceglie di utilizzare un titolo forte: quel “bastardi” che tre anni fa aveva suscitato un po’ di clamore. Ma noi rimaniamo fermi nelle nostre convinzioni: non ci sono altri modi per definire questi pseudo esseri umani che distruggono il nostro territorio, stravolgendolo ed esponendolo ai conseguenti danni causati dal dissesto idrogeologico.
Stanotte abbiamo visto al lavoro centinaia di persone tra forestale, vigili del fuoco, protezione civile, carabinieri, intervenuti anche dai comuni limitrofi. Abbiamo visto gente in lacrime abbandonare le proprie abitazioni, abbiamo sentito scoppi, urla di terrore e disperazione, incredulità. Tutto causato da un “bastardo” o più “bastardi” che ha o hanno pianificato tutto con cura, sfruttando la calda serata e il fortissimo vento di scirocco. Per domare l’incendio che è ancora in corso, serviranno i canadair e i mezzi aerei che si alzeranno in volo all’alba. Poi inizierà la conta dei danni, che sarà anche stavolta “pesantissima”. Non parliamo solo in termini economici, ma anche ecologi e ambientali. Nell’incendio sono andati distrutti per sempre alberi e piante e hanno perso la vita chissà quanti annimali. Per rivedere la Moarda agli antichi splendori, serviranno decenni.
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