Il Festino non Festino: un solo fuoco d’artificio per celebrare la Santa – VIDEO

Redazione

Palermo - Nessun corteo lungo il Cassato per la Santuzza

Il Festino non Festino: un solo fuoco d’artificio per celebrare la Santa – VIDEO
Il comune ha voluto lo stesso rendere omaggio alla Santa con il film "Palermo sospesa - c’è il festino che non c’è"

15 Luglio 2020 - 09:48

Quest’anno il coronavirus ha fermato anche i festeggiamenti per Santa Rosalia, la patrona di Palermo. Le misure di contenimento infatti, non hanno consentito l’organizzazione del classico Festino, con il tradizionale corteo lungo il Cassaro. Ma il comune ha voluto lo stesso rendere omaggio alla Santa con il film “Palermo sospesa – c’è il festino che non c’è”, scritto e diretto da Costanza Quatriglio. Si tratta di una produzione esecutiva del Centro Sperimentale di Cinematografia della Sicilia. All’interno del sagrato della Cattedrale invece il discorso dell’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice. Alla cerimonia hanno partecipato le più alte cariche civili e militari, con le associazioni delle forze dell’Ordine, tra queste l’Associazione Nazionale della Polizia di Stato di Monreale, guidata dal presidente Santo Gaziano e dal segretario Francesca Mannino.

“Care Palermitane, Cari Palermitani, Care Amiche e Cari Amici che state seguendo il nostro Festino da ogni parte d’Italia, da tutto il mondo, vi giunga stasera intanto il mio saluto più caldo e affettuoso. Voglio dirvi benvenuti. Da questo sagrato della nostra Cattedrale giungano a chi è qui, e ai tanti che non hanno potuto esserci, il mio abbraccio e la mia benedizione. Non come un atto di superiorità, ma come una benedizione nel suo senso più originario: benedire significa infatti dire bene, dire il bene, ed è questo bene che voglio comunicarvi stasera con le mie parole, perchè possiamo annunciarci reciprocamente non sventura e disperazione, ma liberazione e speranza”. Così il vescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, nel discorso pronunciato sul Sagrato della Cattedrale. GUARDA IL FILM ALLA FINE DELL’ARTICOLO.

“Noi, qui, stasera – sottolinea il vescovo di Palermo -, siamo riuniti, fisicamente o per via telematica, nella consapevolezza rinnovata che anche oggi tutta l’umanità si sta trovando a vivere una svolta decisiva, direi un bivio epocale, da cui dipende il futuro nostro, dei nostri figli, del mondo intero. Di fronte a questo bivio ci ha messi la terribile pandemia che ha ferito e continua a ferire e a falciare donne e uomini in ogni parte del pianeta, in tutti i paesi del mondo. Come ogni catastrofe mondiale – ha aggiunto Lorefice -, il coronavirus ci chiama ad una riflessione e ad un cambiamento, ad una consapevolezza e a una guarigione. Noi qui, a Palermo, abbiamo su questa strada una guida sicura e secolare. La Santuzza, che stiamo solennemente festeggiando (nei modi oggi possibili, nel rispetto delle leggi e della necessaria prudenza: lo voglio dire con chiarezza), è infatti maestra di speranza nella disperazione, di guarigione e salvezza nelle catastrofi. Lei, che fu riconosciuta come patrona dal popolo di Palermo proprio durante la peste del 1624, per il suo intervento miracoloso e risolutivo. Rosalia è la santa dell’epidemia, è colei che parla e agisce in un popolo e per un popolo colpito dalla malattia. A lei voglio rivolgermi stasera, ascoltando la sua parola, che arriva a noi attraverso la sua vita. Alla lezione che ci viene dalla sua esistenza e che ci aiuta a illuminare il nostro presente”.

“La pandemia, in una maniera bruciante – ha proseguito monsignor Lorefice -, ci ha messi di fronte alla grande questione della divisione tra ricchi e poveri, tra Sud e Nord, tra pochi privilegiati e miliardi di sventurati. Il virus ci ha detto che non si può continuare così. Che un mondo così drammaticamente diviso è un mondo destinato a distruggersi. Quanta gente è morta o sta morendo, in tante parti del pianeta, perchè non ha assistenza sanitaria, perchè non ha i servizi essenziali, perchè non può essere curata. Lo sapevamo già da prima, ma ora la pandemia ce lo ha gridato in faccia, che la disuguaglianza è la rovina della nostra storia, che l’ingiustizia non è sopportabile e che tutto questo è il frutto di scelte politiche, è frutto del modo sciagurato in cui abbiamo organizzato il mondo. Rosalia, insegnaci a lasciare! Perchè dobbiamo lasciare! Il nostro Occidente deve lasciare! Lasciare i privilegi di un ordinamento ingiusto, portatore di morte. Lasciare una ricchezza e un’economia che puntano solo al profitto e non hanno riguardi per la vita; che creano solo conflitto, dolore; che ora mostrano tutta la loro follia. Tu Rosalia, stasera, ci gridi di svegliarci prima che sia troppo tardi! Lo gridi a me, ai cristiani, alle donne e agli uomini di Palermo, a quanti hanno responsabilità politiche, amministrative ed economiche”. GUARDA IL FILM ALLA FINE DELL’ARTICOLO.

LE PAROLE DEL SINDACO LEOLUCA ORLANDO 

“La Storia di Palermo si intreccia ancora una volta con la devozione per Santa Rosalia”. Ha detto il sindaco Leoluca Orlando in occasione del “Festino che non c’è” della Santuzza. Nonostante le misure di contenimento del coronavirus, il primo cittadino ha rinnovato il tradizionale grido “Viva Palermo e Santa Rosalia” salendo sul carro della Santa in piazza Bellini. “Santa Rosalia, la Santuzza – sottolinea Orlando -, è al tempo stesso lo specchio ma anche lo stile, per noi palermitani che vogliamo vivere il tempo che ci è dato: il 2020. Un tempo di uscita dal tunnel della pandemia, di uscita da una peste. Santa Rosalia dal 1624 è accanto ai palermitani che cercano di liberarsi dalla peste. Noi siamo qui per amore per la vita, per amore della nostra città, a distanza, fisicamente a distanza, ma insieme a fare comunità”. “Il Festino 2020, che resterà alla storia – ha aggiunto il sindaco -, ha dato il titolo ad un film che abbiamo chiamato “Palermo sospesa”, è il Festino più globale dal 1624, diffuso con quella globalità del digitale che si contrappone alla globalità del virus. Ancora una volta “Viva Palermo e Santa Rosalia”.

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