Ritrovato il relitto del peschereccio Nuova Iside: è a 1.400 metri – VIDEO

Vincenzo Ganci

Regione - Il video del ritrovamento

Ritrovato il relitto del peschereccio Nuova Iside: è a 1.400 metri – VIDEO
Individuato dal cacciamine Numana della Marina Militare tramite un veicolo filoguidato del Comando Subacquei e Incursori

20 Giugno 2020 - 13:26

É stato individuato dal cacciamine Numana della Marina Militare il relitto del peschereccio Nuova Iside, scomparso a Terrasini circa un mese fa, grazie all’impiego di sofisticati mezzi della Marina Militare e il supporto della Guardia Costiera. Il relitto è stato ritrovato in un’area a circa 30 miglia a nord di Palermo, a quasi 1400 metri di profondità, grazie all’impiego dei sensori della nave e di un veicolo filoguidato del Comando Subacquei e Incursori. CLICCA IL VIDEO ALLA FINE DELL’ARTICOLO

La ricerca è iniziata lo scorso 30 maggio con l’impiego della fregata della Marina Militare Carabiniere che aveva individuato un’area di possibile presenza, dove il cacciamine Numana ha poi svolto ulteriori ricerche. A rendere complesse le ricerche, la profondità del fondale, la presenza di forti correnti marine, l’incertezza della posizione dell’affondamento e le condizioni meteorologiche non ottimali. A confermare l’identità del relitto il nome scritto sulla fiancata. La vicenda del peschereccio è cominciata lo scorso 13 maggio, quando emerse la notizia che il Nuova Iside, partito da Terrasini, aveva inviato un may-day. L’allarme fu raccolto dalla Capitaneria di porto. Le ricerche, fino a oggi senza esito, vennero avviate nel tratto di mare da Ustica a San Vito Lo Capo.

L’equipaggio era formato da tre persone, il comandante Matteo Lo Iacono, il figlio Vito e il cugino Giuseppe. L’ultima comunicazione con i familiari era avvenuta la sera del 12, inviando su Whatsapp la posizione in cui si trovava l’imbarcazione. Il corpo di Giuseppe Lo Iacono, 33 anni, padre di 4 figli, fu recuperato il 14 maggio; quello di Matteo Lo Iacono, 53 anni, due giorni dopo, avvistato da un traghetto in viaggio sulla tratta Ustica- Palermo, a circa 14 miglia a nord di Capo Gallo. Resta ancora oggi disperso Vito Lo Iacono, 27 anni.

Gli investigatori stanno seguendo la pista dello speronamento, che per prima fu avanzata dalla famiglia delle vittime. “Dalle informazioni in nostro possesso non escludiamo che il peschereccio possa essere stato speronato da un altro natante”, afferma l’avvocato Aldo Ruffino. “Alle 21,45 di martedì (il 12 maggio, ndr) – è la sua ricostruzione – il peschereccio inviò un segnale alla capitaneria attraverso il Blue Box, il successivo sarebbe dovuto partire due ore dopo, alle 23,45, ma così non è stato. Fra l’altro, alle 22 Giuseppe Lo Iacono ha sentito telefonicamente la famiglia e non sembrava preoccupato”, e fino alle 22 circa, l’equipaggio ricevette messaggi su Whattsapp, come dimostra la doppia spunta che invece manca nei messaggi delle 00,13.

Lo scorso 10 giugno la procura della Repubblica di Palermo ha disposto il sequestro della scatola nera di una nave cargo che incrociava sulla stessa rotta del peschereccio. Il “Vulcanello” – della società armatrice Augustadue, utilizzata per il trasporto di carburante. Le indagini, affidate alla Guardia costiera, sono coordinate dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Vincenzo Amico. Il 15 giugno la Procura dispone il sequestro della petroliera Vulcanello: sullo scafo della nave va effettuato un accertamento irripetibile per verificare se abbia o meno speronato il peschereccio nuova Iside. Sono indagate quattro persone: due ufficiali, il comandante della Vulcanello e l’armatore della società armatrice.

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